22 milioni di consumatoriabituali in Italia per un guadagno di480 milioni di euro:questi sono i dati forniti dall’indagine svolta daAstraRicercheeUnione italiana foodrelativi allaspesapercibiplant-based. Come spiega il presidente del Gruppo prodotti a base vegetale diUnionfood,Salvatore Castiglione, questa tipologia di alimenti è entrata nelle diete di molte famiglie in Italia perchérispondono all’esigenza di avereun’alimentazionepiù bilanciata e sostenibile.La crescita del trend dei cibi plant-based deriva dalla consapevolezza dei consumatori disceglieredei prodotti derivati da unaproduzione eticaesostenibilein tutte le sue fasi, dalla coltivazione priva di un trattamento industriale degli ingredienti alla tracciabilità dei circuiti di distribuzione. La presenza diun’etichetta chiara e affidabileaiuta a informarsi riguardo ciò che si consuma e, di conseguenza, a comprendere se il prodotto è affine alla propria etica di acquisto. Il75,5%degli intervistati dichiara diessere a conoscenza della composizione dei cibi a base vegetale, il 23,1% di avere una conoscenza parziale, mentre solo l’1,4% ne è all’oscuro. L’aumento complessivo dell’8% rispetto all’anno precedente per vendita dei prodotti dimostra che sempre più famiglie decidono di inserirli nella propria dieta, chi per variare l’alimentazione quotidiana (il 41,8%), chi perridurre il consumo di proteine animali(il 32,2%). Ecco quindi che nella spesa quotidiana entrano a far parte burger vegetali e piatti pronti, che registrano un aumento dell’11,7%; dessert e gelati segnano un +2,6%, mentre rimane pressoché stazionaria la richiesta di bevande a base vegetale (+0,4%). I numeri incoraggianti per questo nuovo mercato trovano pareri negativi tra gli scettici e i difensori della dieta mediterranea. Il15,6%degli intervistati crede che i cibi a base vegetale siano particolarmenteimpattanti a livello ambientaleper l’elevato consumo di acquae l’emissione di anidride carbonica. Tuttavia, secondo i dati raccolti dagliesperimenti dellaBbc, l’intero processo di produzione e cottura di una dietaplant-basedcausaemissioni di CO2 di gran lunga inferioririspetto a quelle di una dieta in cui vengono consumati anche prodotti a base animale. Un altro dato raccolto è relativo al fatto che il 13% delle persone che conoscono i burger vegetali e la carne sintetica è convinto che siano lo stesso prodotto, mentre il 6% pensa che siano fabbricati in laboratorio o che abbiano una derivazione poco chiara. Queste convinzioni sono state smentite daLucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia-IEOdi Milano, che spiega come i plant-basednascano da materie prime vegetaliche hanno sempre fatto parte dell’alimentazione locale; la novità di questi prodotti risiede nelmodo in cui questi ingredienti vengono usatiper creare qualcosa che prima non esisteva, oltre all’opportunità di aiutare a integrare le quantità di cereali, legumi, frutta e verdura atte a mantenere una dieta equilibrata. Castiglione assicura i consumatori riguardo il lavoro delle aziende per appagare le richieste di tanti clienti, con l’obiettivo di portare sulle tavole «prodotti buoni, di qualità, semplici da preparare e gustare, in linea con la dieta mediterranea». Il rapporto diAstraRicercheeUnione italiana foodmostra dati confortanti riguardo leabitudini alimentaridegli italiani e serve come monito per “indirizzare” le scelte individuali verso unaspesa attenta e consapevoledei prodotti che finiranno sulle tavole, sia per fattori ambientali che per quanto riguarda la salute personale. IlWorld Cancer Research Fund (Wcrf)consiglia di distribuire in almeno5 porzioni al giornoalimenti comecereali, legumi, frutta e verdura; anche i prodotti a base vegetale, per il loro basso contenuto di grassi saturi, sono un ottimo alleato per ridurre malattie cardiovascolari, diabete e cancro. Ma, come tutti gli alimenti, anche i plant-based vanno inseriti all’interno di una dieta varia che contengail giusto apporto dimacronutrientinelle dosi e quantità consigliate.
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