Altro che verde, l’estate è sempre più marrone

Fra gli effetti collegabili alla crisi del clima c’è anche questo: mesi estivi in cui alberi, foreste e fogliemostrano colori più autunnali che estivi. Chiaramente, non è un buon segno. Cambiano, a causa del surriscaldamento globale innescato dall’uomo, le sfumature dell’estate europea: secondo un team di ricercatori svizzeri infatti a causa disiccità persistente, come quella che caratterizza oggi l’Italia o la Francia, e anche per via delleondate di calore sempre più potenti, le foreste del Vecchio Continentediventano marroni ben prima di settembre o ottobre. Nello studiopubblicato sulla rivistaBiogeosciencesi ricercatori dell’Università Ethdi Zurigo hanno esaminato i dati degli ultimi 21 anni scoprendo comequesta tendenza si sta diffondendo in tutta Europa. L’anno scorso è stato colpitoil 37% delle foreste mediterraneee dell’Europa centrale che, anche grazie all’aiuto delle osservazioni satellitari, sono risultate più scure rispetto alla media degli anni precedenti nello stesso periodo. Secondo gli esperti i motivi sono ricollegabili sia alle elevate temperature e alla carenza di risorse idriche attuali, ma soprattutto a una serie di sofferenze del passato – sempre dovute al clima – che si sono in qualche modoaccumulate tanto da portare le foreste a diventare scure prima del dovuto. Lo chiamanoeffetto-eredità: una singola estate estrema spesso non è sufficiente a mutare i colori anticipatamente, madue o tre estati secche di fila possono facilmente innescare questo fenomeno. In particolare, frequenti periodi di pioggia scarsa nel corso di due o tre anni sono spesso un precursore del successivo imbrunimento estivo, così come frequenti periodi di temperature elevate per almeno due anni nelle zone temperate hanno avuto un impatto significativo sul colore delle foglie e degli alberi. «Prima della scarsa vegetazione verde delle foreste nell’Europa centrale, di solito osserviamo due estati secche e calde di fila», ha spiegato Mauro Hermann dell’Eth, autore principale dello studio. Non è soltanto il cambio di colore a preoccupare: la siccità prolungata per esempio favorisce leinfestazioni di parassitie funghi della corteccia, così come gliincendi boschivilegati a territori secchi, sono un fattore che può incidere su l’imbrunimento, osservano i ricercatori. Da quanto osservato l’area delMediterraneo soffre di alberi dai colori più scuri dall’inizio degli anni 2000e negli ultimi lustri il problema si è diffuso soprattutto nelle foreste dell’Europa centrale. Lo scorso anno, con l’estate più calda di sempre per il Vecchio Continente, è stato registrato l’imbrunimento più esteso in assoluto, conoltre un terzo delle foreste colpite nelle aree centrali. Se all’apparenza per gli esseri umani questo cambiamento può apparire come una differenza sostanziale nei colori e le sfumature, per gli alberila riduzione del verde è invece segno di ridotta vitalità e aumento di fattori di stressche possono portare anche alla morte di determinate foreste nel tempo. Un esempio chiaro viene daGermaniao Svizzeradove faggi e abeti rossi sono in condizioni di stress estremo, tanto da appassire e cedere a causa di caldo e siccità. Per gli esperti “la connessione tra foreste e condizioni meteorologiche è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare a prima vista” e, per tentare di proteggere i boschi europei, oltre alla continua battaglia per ridurre le emissioni e rallentare la crisi del clima, sarebbe utile“individuare modelli”che ci aiutino a comprendere in maniera precoce gli stati di sofferenza delle foreste, così come sarà necessario continuare a implementare gli studi che mettono in correlazione meteo e salute degli alberi.