Le grandispiaggedei Paesi del Mediterraneo occidentale stanno sorprendentemente diventando, sempre di più, luoghi dinidificazionedelletartarughe Caretta caretta. Si tratta però di aree che allo stesso tempo sono sotto la costanteminacciaantropica, legata ad attività umane che ora rischiano di metterea repentaglio la schiusa delle uova e la sopravvivenza delle neonate tartarughe. Basti pensare che solo lo anno sono stati registrati circa100 tentatividi nidificazione da parte di femmine di Caretta caretta che poi hanno abbandonato le spiagge anche a causa dell’inquinamento luminoso. È a partire da queste importanti constatazioniche nasce il progettoLife Turtlenest,cofinanziato dal programmaLifedell’Unione europea e coordinato daLegambiente, che mira a migliorare la conservazione delletartarugheCaretta caretta, implementando laprotezione dei siti di nidificazione attraverso lasensibilizzazione degli enti gestori delle aree protette e di amministrazioni, gestori balneari, turisti e bagnanti. L’obiettivo del progetto europeo è quello ditentare un’analisi di tempi e luoghi delle nidificazioni e delle schiuse perstabilire quanto e come icambiamenticlimaticipossano aver inciso sull’espansione dell’areale delle femmine diCaretta carettaverso le zone del Mediterraneo, che negli ultimi anni sono divenute dei luoghi sempre più idonei all’ ovodeposizione. Per farlo, Life Turtlenest, checoinvolge Paesi come Italia, Francia e Spagnacon l’obiettivo proteggere gli habitat riproduttivi delle tartarughe comuni, prevede l’adozione di una serie di misure. Verrannomonitorati circa 8.000 km di coste, che includono 64 aree protette delle Rete Natura 2000, per 4 stagioni di nidificazione consecutive e un totale di 500 nidi. Questi verranno osservati e studiati tenendo conto dicome l’impatto dei cambiamenti climatici incida sulla scelta del sito di nidificazioneda parte delle tartarughe, sulla temperatura di incubazione e sul successo dell’ovodeposizione. Durante tutto il periodo di azione del progetto europeo, decine divolontarisarannoformati sul campo per diventare tecnici espertinell’identificazione, protezione e gestione dei nidi ditartaruga, mentre enti gestori delle aree protette, gestori balneari, turisti, bagnanti e amministrazioni locali saranno obiettivi primari di una corrente di informazione per ladiffusione di buone pratiche per la tutela dei nidi e della specie. Pratiche fondamentali, ma che non tutti sembrano comprendere né conoscere: complice anche una scarsa informazione, oltre che sensibilizzazione sul tema, in occasione di schiuse avvenute sulle spiagge italiane la scorsa estate, sono stati tantissimi icuriosi che si sono avvicinati ai cuccioli di tartarugaper una ripresa in primo piano, una carezza o una spinta verso il mare. Gesti compiuti ingenuamente e dettati dall’inconsapevolezza, che possono trasformarsi, però, in unserio pericolo per la sopravvivenza dei piccoli di Caretta caretta. «Èper questo che il team di Life Turtlenest darà significativa importanza alle azioni di sensibilizzazione e informazione dirette a tutti coloro che frequentano le spiagge e agli addetti ai lavori. – ha dichiaratoStefano Ciafani, presidente di Legambiente.-Grazie a questo progetto tuteleremo il patrimonio di biodiversità del mar Mediterraneo, proteggendo le tartarughe marine sin dalla loro nascita e soprattutto daremo un contribuito a una migliore gestione e governance delle aree Natura 2000 che coinvolgeremo».
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