Big Sad Fall Assistants: il gioco che racconta il burnout

Big Sad Fall Assistants: il gioco che racconta il burnout

 

Nel 1975 la psichiatra americana Christina Maslach utilizzò il termineburnoutper indicare “Lasindrome da esaurimento emotivo, da depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale che può presentarsi in soggetti cheper professione lavorano a contatto con esseri umani, a volte con problemi o motivi di sofferenza”. Lasindrome da burnoutoggi viene associata più in generale a uno stato diforte stressprovocato prevalentemente dalcarico eccessivo di lavoroo da un ambiente professionale disfunzionale; è una patologia multifattoriale, caratterizzata da un rapidodecadimento delle risorse psicofisichee da un peggioramento delle prestazioni professionali. Nei Paesi occidentali èin costante aumentoil numero di persone che almeno una volta nella vita riferisce di aver sperimentato la sindrome. L’idea della cooperativaIndici Opponibili(un gruppo di designer, programmatori e creativi) è stata realizzare unvideogiocoin grado di ironizzare il burnout, con l’intento di rivolgersi soprattutto a unpubblico giovane,che sta facendo proprio in questi anni il suo ingresso nel mondo del lavoro. La piccola realtà si è distinta per la sua originalità, vincendo la seconda edizione diIncredibol!, progetto nato nel 2010 per sostenere la crescita del settore culturale e creativo in Emilia-Romagna. Il gioco consiste nelcomandare 2 robotdotati di un tappeto elasticosul quale farrimbalzare i lavoratoriche, esauriti, silanciano dalle finestredei loro uffici. Il compito dei robot, e quindi del giocatore, è quello dirispedire i lavoratori nei loro uffici. Livello dopo livello, i 2 robot protagonisti (che a fine turno fanno il pieno di olio mentre chiacchierano al bar) si trovano a dover scegliere tra la produttività e una misteriosa “resistenza” pronta a risvegliare e dare voce alle coscienze digitali. Credit: Indici Opponibili Già dalla schermata iniziale è chiaro l’intento ironico del videogioco: “Salvate la forza lavoro dalla non produttività! Superate i vari livelli e schivate la resistenza se non volete ‘davvero’ rovesciare il sistema. Bevete olio per motori, parlate con ilbaristarobot, prendete coscienza del senso della vita e cambiate il mondo – o almeno cambiate voi stessi.” Big-Sad Fall Assistantsè un format leggero, divertente (a tratti ripetitivo e macabro), innovativo perché capace di rendere leggero il mondo del lavoro iper-produttivo. E lo fa utilizzatoconcetti solitamente estranei al mondo delgaming, mimando di fatto una realtà lavorativa da cui le persone vorrebbero fuggire. L’idea è nata da un desiderio dei soci della cooperativa alla fine di una riunione dell’assemblea; ciò che ne è venuto fuori è un prodotto originale e una narrazione che obbliga a riflettere riguardo lacentralità, spesso negativa, del nostro lavoro. È difficile immaginarsi, soprattutto in un momento di crisi economica, un sistema che si occupi anche dello stress dei lavoratori; per questo le conseguenze di un carico eccessivo o di un ambiente professionale soffocante sono percepite come questioni personali, cheil singolo deve risolvere in autonomia,senza gravare sulla produttività. Tanto è vero che, nonostante siano stati fatti alcuni passi avanti dell’Oms, a oggiil burnout non è riconosciuto dall’Inail(Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro): molte realtà sindacali e di assistenza auspicano l’inserimento di questa sindrome tra i disturbi psichici da costrittività lavorativa.