Downshifting, perché fai tendenza?

Mai sentito parlare didownshifting? La definizione delCambridge Dictionarydice che si tratta della “pratica di lasciare un lavoro ben pagato e difficile per fare qualcosa che dia più tempo e soddisfazione, ma meno soldi”. Nel 1999 Judy Jones, autrice del libro “Downshifting – The bestselling guide to happier, simpler living” (Downshifting – La guida più venduta per una vita più felice e più semplice)scrivevasulGuardianche i downshifter “hanno bisogno di una pelle dura”. È stata corrispondente perThe IndipendenteThe Observerper 15 anni prima di licenziarsi e diventare parte di coloro che “la stampa” definiva “sempliciotti egoisti, pigri, ingenui”.Si tratta di casi sempre meno isolati, alternativi alquite quitting.Secondoun’analisidiThe Conversation, èun fenomeno diffuso in Francia e in altre società occidentali. Chi ha un elevato livello di istruzione è sempre più attratto dal mondo dell’artigianato e deilavorimanuali. A gennaio 2022, il 26% dei lavoratori francesi stava prendendo in considerazione un cambiamento di carriera a lungo termine, mentre il 21% era in procinto di cambiare carriera. Per i sociologi, spiega il dottorando in Sociologia dell’Aix-Marseille Université,Antoine Dain, il passaggio a un mestiere artigianale “manuale” potrebbe essere inteso come una sorta di “declassamento volontario” per chi ha fatto carriera o è altamente istruito. Il ricercatoreha intervistato 55downshiftersper comprendere le loro ragioni. La prima cosa che emerge è che la maggioranza di chi cambia carrieradà priorità a una vita lavorativa soddisfacente e appagante, piuttosto che al prestigio dello status professionale. La dimensione del guadagno è stata in parte tralasciata perché gli intervistati disponevano di una sicurezza economica, dai sussidi di disoccupazione al reddito del coniuge, dal sostegno dei parenti a risparmi pregressi o beni immobili. Si tratta di una scelta riservata a pochi eletti e privilegiati che possono permettersi di non avere un’entrata economica? Di recente ilFinancial Timesha raccontatola storia di Paul Richardson, un uomo che nel 1989 ha abbandonato Londra e il suo lavoro per passare da Ibiza e finire a vivere in – e dei prodotti di – una fattoria in Spagna. Chi compie una scelta simile ha anche un altro tipo di sicurezza: quella dipoter tornare a un lavoro più qualificatograzie ai loro titoli di studio o alle precedenti esperienze professionali nel momento in cui niente va come dovrebbe. «In queste condizioni, chi cambia carriera e cerca un lavoro più in linea con i propri valori può permettersi di oltrepassare i confini socio-professionali», scrive Dain. L’artigianato e i lavori manuali richiedono livelli di istruzione inferiori e, generalmente, conferiscono un reddito più basso o più irregolare, ma idownshifterssi concentrano più sul proprio livello di soddisfazione. Solo in rari casi gli intervistati si sono sentiti “declassati”. Molti hanno valutato il loro precedente mestiere privo di significato e ricco di altri difetti come la sedentarietà, la permanenza in ambienti chiusi, il tempo trascorso seduti e la sensazione di improduttività che il lavoro “intellettuale” talvolta comporta. L’artigianato e i lavori manuali permettono di lavorare all’aria aperta e sono apprezzati per il loro carattere “concreto”: ciò che viene prodotto è tangibile, così come lo sono gli sforzi che hanno portato a quel risultato. L’attività artigianale spesso consente anche di supervisionare tutte le fasi della produzione, in contrasto con la divisione del lavoro troppo marcata delle precedenti occupazioni. «La sfida – spiega il ricercatore – sta nella possibilità dibeneficiare di una maggiore autonomia, sia tecnica(padroneggiare tutti i compiti necessari per realizzare il prodotto)sia organizzativa(non dipendere da altri per svolgere la propria attività)». La preoccupazione per l’autonomia professionale è dimostrata dall’altissima percentuale di lavoratori autonomi che cambiano carriera nel brevissimo periodo: l’accesso all’indipendenza, in questo caso, diventa una condizione essenziale per la riqualificazione nelle occupazioni manuali e artigianali. La scrittrice Judy Jonessostieneche, chiaramente, il lavoro autonomo ha dei costi, “non hai più un datore di lavoro, ma dei clienti”. Eppure rimpiange i fallimenti vissuti negli anni precedenti. “Passare al lavoro autonomo è come liberare un animale domestico in libertà”, scrive Jones. “Una lezione di evoluzione”.