Anche le persone senzatetto hanno diritto al medico di base

Quando si finisce avivere in strada, ogni aspetto della quotidianità si complica. Questa ovvia considerazione trova raramente spazio nelle cronache dei giornali e ancor meno rientra nel dibattito politico, sebbenela condizione dei senzatetto,anche in Italia,riguardi moltissime persone.Tra le mille difficoltà che si trova ad affrontare chi non ha un posto caldo nel quale rifugiarsi la sera, c’è l’accesso allasanità. Senza casa, infatti,si perde la residenzae questo significa esserecancellati dall’anagrafedel proprio Comune e, di conseguenza, venireesclusi da una serie di diritti,tra i quali quello almedico di base. Per sopperire a questa mancanza ed evitare che molti cittadini si trovino impossibilitati a usufruire di visite mediche ed eventuali cure, il deputato PdMarco Furfaroha presentato unaproposta di leggeper riconoscere ildiritto al medico di basealle persone senzatetto, che in questi giorni è stata ufficialmentecalendarizzata in Commissione Affari Sociali, dove verrà discussa. “La politica è per me tentare di migliorare la vita delle persone, in modo particolare di chi è più fragile. E nessuno, oggi, è probabilmente più fragile di una persona senzatetto – ha spiegato lo stesso Furfaro in un lungopost Instagram- Parliamo di padri separati, lavoratrici o lavoratori licenziati, imprenditrici o imprenditori falliti, pensionate e pensionati al minimo, cittadini di origine straniera, per un totale di 96.000 persone, 60.000 delle quali cittadini italiani. Senza casa, senza residenza, senza diritto alla salute. Un’ingiustizia atroce. Un’ingiustizia a cui porre fine». Secondo l’Istat, isenzatetto e senza fissa dimorache vivevano in Italiaalla fine del 2021erano96.197:65.407 maschi e 30.790 femmine. Il 38% era di origine straniera e l’età media generale era pari a 41,6 anni per gli italiani e 45,5 per gli stranieri. Questi dati, però, per quanto in parte fotografino il quadro della situazione, non lo fanno in modo esaustivo perché prendono in considerazionesolo persone iscritte in qualche modo alle anagrafi, anche con indirizzi fittizi presso associazioni o Enti, utili proprio per cercare di consentir loro di usufruire dei diritti di base. Molti altri cittadini, tuttavia,sfuggonoalle anagrafi, diventando di fattoinvisibilialla societàed è proprio a loro che si rivolge la proposta di legge che mira a modificare l’articolo 19, terzo comma, della legge 23 dicembre 1978, n. 833. Ad oggi i senzatetto sprovvisti di residenza, in caso di necessità di assistenza sanitariapossono rivolgersi solo ad ambulatori gestiti da medici volontari o ai pronto soccorso.Questa stortura normativa è fortementein contrasto con l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Inoltre, il fatto che una fetta di popolazione debba accedere al pronto soccorso anche per situazioni che potrebbero essere trattate dal medico di base, rappresenta uncosto extra per lo Stato. Secondo il testo della proposta di legge, infatti, quello “stimato mediamente per singolo intervento, è quasi triplo e in alcuni casi anche quadruplo rispetto al costo annuale di un medico di medicina generale per ogni paziente”. Per tutte queste ragioni,un cambiamento è più che mai necessario. In attesa che qualcosa si sblocchi,alcune Regioni stanno provando a muoversi in autonomia:Emilia Romagna e Puglia, a esempio, assicurano già il diritto all’assistenza sanitaria territoriale aglihomelessattraverso l’assegnazione di un medico di base; la Liguria ha da pochi giorni approvato la stessa misura e altre regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Abruzzo ne stanno discutendo. Sarebbe però importante e fondamentale cheintervenisse il Parlamentoperché, come sottolinea il testo a prima firma Furfaro “avere un medico, per queste persone, significherebbesentirsi di nuovo cittadini,significherebbe sentire chelo Stato c’è per i deboli, significherebbe avere una speranza e uno stimolo per uscire dalla strada”.