Ramadan VS rincari: cosa cambierà?

È arrivato quel momento dell’anno: file di luci e lanterne agghindano i quartieri in attesa di illuminarsi al tramonto, mentre fornai e negozi di dolciumi sono impegnati a preparare i cibi tipici che si potranno consumare solo dopo il calar del Sole e fino all’alba del giorno dopo. Insomma, è arrivato il mese sacro dei musulmani,è arrivatoil Ramadan. Corrisponde al momento in cui il Corano, il libro sacro dell’Islam, venne rivelato al profeta Maometto più di 1.400 anni fa. Le date esatte cambiano ogni anno perché il calendario, l’Hijri, si basa sul ciclo lunare. Stavolta è iniziato ufficialmente oggi, giovedì 23 marzo, edovrebbe terminare il 21 aprile 2023. In questi 29 o 30 giorni, oltre aldigiuno, che dura generalmente dalle 12 alle 18 ore, a seconda del numero di ore di luce diurna che variano in tutto il mondo, i musulmani devono rispettare altri 4 pilastri fondamentali:la testimonianza di fede, la preghiera, l’elemosina (ozakat) e il pellegrinaggio. In un periodo di grande incertezza in cuii prezzi delciboe dell’energia sono aumentati in ogni parte del mondo, ci saranno delleconseguenze per il Ramadan?I Paesi che ne hanno hanno risentito di più sono quelli a stragrande maggioranza musulmana:Medio Oriente, Asia e Africa. L’aumento dei costi di cibo e bevande ha costretto molte persone a rinunciare a prodotti tradizionali come datteri, torte, biscotti e carne di agnello.Al Jazeeraspiegache molti si priveranno anche di altri elementi tipici del Ramadan, come vestiti e lanterne. Ma la crisi potrebbe anche riunire le comunità più colpite. InLibano, per esempio, al quarto anno di crisi economica, politica e sociale, la tradizionale cenaiftarche rompe il digiunosarà insostenibile per l’80% della popolazione. Lo ha spiegato all’emittente qatarina l’American Near East Refugee Aid, importante ente di beneficenza che opera nel Paese. Con la sterlina libanese che ha perso il 98% di valore rispetto al dollaro statunitense, ora il gruppo spende da 2 a 3 volte l’importo del 2019 (50 dollari) per un pacco alimentare che garantisce a una famiglia i bisogni primari per l’intero mese del Ramadan. La situazione è altrettanto tragicain Siria, dove il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e la crisi del costo della vita peggiorerà ulteriormente all’indomani deiterremoti che hanno devastato il Paeseprovocando la morte di 50.000 persone.In Egittoil governo ha aperto con largo anticipo (quasi 3 mesi) i mercati che offrono i prodotti alimentari a prezzi più convenienti rispetto ai negozi. Qui anchele tradizionali lanterne metallichehanno subito un duro colpo: solitamente la loro produzione inizia due mesi prima dell’inizio del Ramadan, ma quest’anno l’aumento del costo delle materie prime ha fattoraddoppiare i prezziper gli acquirenti, facendo arrancare le vendite. Molti egiziani hanno optato per lanterne di plastica a basso prezzo, oltre a ridurre gli acquisti di cibo e molte altre prelibatezze del Ramadan. Gli economisti prevedono che l’inflazione peggiorerà durante il mese sacro, quando i prezzi del cibo aumenteranno in vista di acquisti maggiori da parte delle famiglie.Il Pakistan, gravemente colpito dalleinondazioni che hanno sommerso enormi aree agricolelo scorso anno, ha registratoil più alto tasso di inflazionein quasi mezzo secolo a febbraio. E il cibo scarseggia. InIndondesia, che ha la più grande concentrazione di musulmani al mondo, 230 milioni,lo studiocondotto daM&C Saatchi Indonesiaha rilevato che il 70% dei consumatori dellaGen Z(quasi il 28% della popolazione) ha intenzione diridurre gli acquistiper il Ramadan. C’è anche chi rimarràsenza quantità adeguate di ciboe acquatra marzo e giugno:in Kenyale materie prime sono molto costose, il 17% della popolazione vive in condizioni di estrema povertà e la grave siccità mette in grave difficoltà5,4 milioni di persone. InSud Africa, però, le persone hanno iniziato a riunirsi per l’iftar: Shaykh Mogamat Safwaan Sasman, alto funzionario del Consiglio giudiziario musulmano di Città del Capo, ha spiegato aAl Jazeerachele moschee stanno incoraggiando le persone a mangiare nei luoghi di preghiera«invece di farlo a casa», così da «soddisfare più persone o allungare un po’ i tempi». E in Occidente? La città diNew Yorksta collaborando con 2 enti di beneficenza islamiciper distribuire 7.500 pastiiftargratuiti alle famiglie bisognose durante il Ramadan, mentre nelRegno Unitol’aumento dei costi dei prodotti alimentari ha colpito in modo sproporzionato i musulmani, che rappresentano circa il 6,5% della popolazione: nell’ultimo anno il 19% si è rivolto ai banchi alimentari, rispetto all’11% della popolazione complessiva, secondo l’Agriculture and Horticulture Development Boarddel Paese. Se da un lato la situazione è peggiorata rapidamente negli ultimi anni, dall’altrole persone si sono dimostrate più caritatevoli: nel 2022, secondo la britannicaNational Zakat Foundation, le donazioni dellozakat(che significa “purezza” o “purificare”) hanno registrato un aumento del 30%. La tendenza si ripeterà?