Madagascar, più acqua potabile per tutti!

“Mila Rano” significa “bisogno di acqua” in lingua malgascia. È il grido di aiuto lanciato dalla popolazione delMadagascaralle istituzioni governative e alla comunità internazionale. L’isola al largo della costa meridionale dell’Africa sta vivendola più grave siccità degli ultimi 40 anni. Le famiglie che vivono nel sud del Paese sono costrette a nutrirsi con il cosiddetto “cibo della carestia”: locuste, frutti di cactus rossi crudi o foglie selvatiche. Almeno 1 milione e mezzo di persone, in una popolazione di oltre 28 milioni di abitanti, ha bisogno di assistenza alimentare e nutrizionale di emergenza, spiega ilWorld Food Programme. In occasione dellaGiornata Mondiale dell’Acqua 2023, con lo slogan “Accelerare il cambiamento”, le Nazioni Unite tentano anche quest’anno di aumentare la sensibilizzazione sulla crisi idrica che sta colpendo diverse aree svantaggiate del Pianeta, tra cui proprio il Madagascar: qui, ogni giorno, milioni di persone sono costrette a sopravvivere senza l’acqua potabile indispensabile per bere, cucinare, coltivare i campi, lavarsi. In soccorso della popolazione malgascia arrivail nuovo progettorealizzato daCarbon Credits Consulting, un’azienda con basi operative a Bologna e in Brasile che sviluppa grandi progetti forestali per il sequestro e la riduzione di CO2, eMadaprojects, società benefit bolognese che dà vita a programmi ad alto impatto sociale e ambientale nei Paesi in via di sviluppo. Attraverso lacostruzione di 5 sistemi idrici, il progetto prevede di portare l’acqua potabile alle comunità più colpite dalla crisi idrica,servendo circa 25.000 persone. Mila Ranosarà avviato aTulear, capoluogo dell’omonima regione: è conosciuta come “la città bianca”, o “la città del sole”, ed è una delle destinazioni scelte da tutti quei turisti alla ricerca di un’atmosfera rilassante e pronti a immergersi in un ambiente paradisiaco. Non tutti sanno che èuna delle città più popolose e povere del sud del Madagascar. «A livello nazionalemeno del 20% della popolazione ha accesso all’acqua potabile, ma questa percentuale crolla drammaticamente quando ci spostiamo nelle aree rurali del Sud», spiega Massimo Lazzari, co-founder e climate finance manager diMadaprojects. «Qui le persone sono costrette quotidianamente alunghi viaggi a piedi sotto il sole fino alla fonte idrica più vicina, che spesso dista diversi km dai loro villaggi e consiste in acquitrini, pozzi a cielo aperto o buche nel terreno». L’acqua che viene riutilizzata è dunque «contaminata, e questa è una delle principali cause degli elevati tassi di malattie e mortalità che riscontriamo sul territorio». Lazzari spiega chesono perlopiù donne e bambinia procacciare l’acqua, impiegando gran parte delle loro giornate in quest’attività e togliendo tempo prezioso «all’istruzione scolastica per i bambini o ad attività generatrici di reddito per le donne». Il progettoMila Ranopunta a «trasformare radicalmente» la vita di 25.000 persone «che tra pochi mesi, quando saranno completatii 5 sistemi idrici a pompa solare attualmente in costruzione, avranno finalmenteaccesso gratuito e illimitato all’acqua potabiledirettamente nei loro villaggi». Secondoun rapportodell’Unicefdel 2016, in più del 56% delle famiglie in Madagascar le donne trascorrono oltre 30 minuti al giorno per andare a prendere l’acqua. Nel mondo donne e ragazze trascorrono ogni giorno più di 200 milioni di ore in quest’attività: «Immagina: 200 milioni di ore sono 8,3 milioni di giorni, ovvero più di 22.800 anni», haspiegatoSanjay Wijesekera, responsabile globale per l’acqua, i servizi igienico-sanitari e l’igiene dell’Unicef. Chi compie queste lunghe camminate verso le fonti d’acqua, inoltre, potrebbesubire attacchi da parte della fauna selvaticao ferirsi lungo il tragitto insidioso. Ledonne, in particolare, diventanoparticolarmente vulnerabili ad abusi e aggressioni, e la mancanza di acqua pulita e di un accesso adeguato ai servizi igienici e alla formazione in materia di igiene, le costringe a saltare il lavoro e la scuola quando hanno le mestruazioni.L’accesso all’acqua potabile e sicura promuove l’uguaglianza di generee permette alle persone di accedere alle stesse opportunità degli uomini. Non saranno solo le comunità del Madagascar a beneficiare del progettoMila Rano: uno degli obiettivi principali è quello dicontrastare la deforestazione illegale e ridurre le emissioni di gas a effetto serra in atmosfera, contribuendo quindi anche al contrasto dei cambiamenti climatici. «Grazie alle pompe solari che erogheranno acqua potabile, non sarà più necessario bollire l’acqua per “purificarla”», spiega Fabrizia di Rosa, senior advisor diCarbon Credits Consulting. Questo porterà «a una diminuzione del consumo di combustibile legnoso che si traduce inuna riduzione di CO2 emessa in atmosfera. Inoltre, il minor consumo di combustibile legnoso favoriscela preservazione delle foreste del Madagascarche solo tra il 1990 e il 2010 ha perso l’8,3% della sua copertura forestale, pari a 1.139.000 ettari».