Guida urbana contro la crisi idrica

Per adattarsi allacrisi climaticae affrontare lasiccitàe le carenze idriche,bisogna ripartire dalle città. Per questo motivoLegambienteha presentato il suodecalogo urbano,Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città. L’associazione, in occasione dellaGiornata mondiale dell’acqua,vuole fare riflettere riguardo le risorse (troppo spesso inutilizzate) che ci sono nei nostri centri abitati. Soloraccogliendo le acque meteorichein ambiente urbanoeriutilizzando quelle refluein agricoltura avremmo potenzialmente22 miliardi di metri cubi di acqua.Si tratta circa del triplo della capacità dei 374 grandi invasi in esercizio, pari 6,9 miliardi di metri cubi. “Serve una roadmap che punti almeno al 20% di riutilizzo entro il 2025, il 35% entro il 2027 e il 50% entro il 2030”, affermaLegambientein una nota. Il2022è stato dichiarato dalla Società Meteorologica Italianauno degli anni “più estremimai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni”. Il saldo pluviometrico complessivo è pari a-30%. Secondo i dati dell’Osservatorio Città ClimadiLegambiente, i danni per la siccità sono aumentati del 367%, passando dai 6 del 2021 ai 28 del 2022. Ildecalogo urbanosegue le proposta avanzate qualche settimana fa alGoverno Meloniper unastrategia idrica nazionale.Per affrontare i periodi caratterizzati da scarse precipitazioni, è necessario non solo l’accumulo ma soprattutto la“riduzione della domanda e dei prelievi per gli usi dell’acqua in tutti i suoi settori”. Sarà quindi fondamentale un nuovo approccio che consideri lecittà come laboratori“in cuimigliorare concretamente la gestione idricanel nostro Paese efronteggiare l’allarme siccità. I10 punti diLegambientepuntano a fornire una serie di strumenti replicabili, veloci e a basso costo; inoltre, sfruttano “esperienze e soluzioni innovative”, messe in pratica già in alcune aree, “molte basate sulla natura (Nature Based Solutions), che darebbero benefici enormi, in termini gestione ottimale della risorsa idrica e di significativa riduzione dei prelievi”. Un esempio sono le proposte pertrattenere l’acqua in eccessomesse in campo dalComune di Trento.Nell’ambito degli interventi del progettoSanta Chiara Open Labcon l’Urban Wetland, è stato ideato un parco per iltrattamento e riuso delle piogge, per l’irrigazione delle aree verdie peraumentare la biodiversità nelle zone urbane. Invece, ilComune di Forlìha incrementato lapermeabilità del tessuto urbano,realizzando il Giardino dei Musei (uno spazio verde che valorizza gli immobili storici). Ci sono poi diversi casi lodevoli nelle diverse Regioni italiane diriutilizzo delleacque refluein agricoltura, come il depuratore di Fregene o di Fasano-Forcatella e gli impianti di depurazione dell’area milanese. I 10 punti del decalogo urbano diLegambiente 1) Approvare in tutti i Comuniregolamenti edilizi con obblighi di recupero, riutilizzo e risparmio dell’acqua; 2) prevederecriteri ambientaliminimi per migliorare la gestione idrica attraverso gli appalti pubblici; 3) ideareinfrastrutture e tetti verdi,vantaggiosi per la cattura e il trattamento dell’acqua piovana, l’ombreggiamento, la mitigazione dell’effetto isola di calore; 4)riutilizzare, recuperare e riciclare le diverse fonti d’acqua, garantendo una qualità adatta allo scopo di utilizzo e la gestione integrata delle risorse idriche; 5)ammodernare la rete idricaper evitare le perdite di rete e gli sprechi; 6)efficientare la depurazione delle acque reflue urbane,per il loro completo riutilizzo in settori strategici, come l’agricoltura, sia sostenendo gli ambiziosi obiettivi previsti dalla revisione della Direttiva sul trattamento delle acque di scarico urbane, che superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 185/2003) rispetto al riutilizzo delle acque reflue così come previsto dal regolamento UE 741/2020; 7) favorire l’innovazione tecnologicada utilizzare per numerosi scopi, dal monitoraggio delle risorse al tracciamento delle perdite di rete; 8)rifornire i corpi idrici e i loro ecosistemi,scaricando solo quello che può essere assorbito dall’ambiente naturale, riducendo gli apporti idrici e garantendone la qualità; 9) prevedere unamodularità dei sistemi, garantendo opzioni multiple di risorse, trattamento, stoccaggio, convogliamento, migliorando i livelli di servizio e laresilienza dei sistemi idrici urbani; 10)essere preparati agli eventi estremi,coinvolgendo i cittadini nella gestione sostenibile delle risorse idriche urbane e nella sensibilizzazione alla comprensione dei rischi e opportunità.