Terremoti, testato un nuovo metodo per stimare i danni agli edifici

Terremoti, testato un nuovo metodo per stimare i danni agli edifici

 

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale(Ogs) e l’Università degli Studi di Triestehanno sviluppato un nuovo metodo, chiamatoDamage Assessment for Rapid Response(Darr), ovvero “valutazione dei danni a risposta rapida”, per calcolare l’impatto degli eventi sismici atteso sugli edifici. I risultati dello studio,pubblicatisulla rivistaSeismological Research Letters, mostrano il potenziale del metodo nel fornire «stime di primo livello dei danni previstiagli edifici sulla base delle registrazioni del movimento del suolo e di semplici informazioni sulle caratteristiche degli edifici». Oggi una persona su tre nel mondo vive in aree soggette a terremoti, e stimarne il danneggiamento causato sugli edifici è utile per migliorare sia lagestione dell’emergenzache lapianificazione del territorio, contribuendo a ridurre gli impatti degli eventi sismici sulla società. «Il metodo Darr permette dicalcolare lo spostamento relativoindotto dal terremoto, cioè quello tra la base e la parte alta dell’edificio e, in base a questo, valutare se il terremoto ha causato danni strutturali con potenziali conseguenze per gli occupanti», spiegaStefano Parolai, direttore del Centro di ricerche sismologiche dell’Ogs. Nonostante laRete sismometrica dell’Italia Nord-orientalegestita dall’Ogs, che include 43 stazioni di monitoraggio installate in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, testare questo approccio è complicato dal fatto che in Italia le registrazioni di terremoti negli edifici sono ancora relativamente poche, e ancor più rare sono quelle in edifici danneggiati, spiega l’Università degli Studi di Trieste in una nota. Le analisi condotte hanno utilizzato le registrazioni di8 terremoti avvenuti nel Nord-Est e nel Centro Italiadal 2012 al 2021, considerando un insieme di edifici con diverse caratteristiche – come forma, altezza, età e materiali di costruzione, forma – sotto diversi input sismici, vale a dire con diversa magnitudo, distanza dall’epicentro e frequenza sismica. «In tutti i casi considerati, il nostro metodo hacorrettamente identificato la condizione degli edifici dopo il sisma, sia in presenza sia in assenza di danno», ha dichiaratoBojana Petrovic, ricercatrice dell’Ogs. «L’unica registrazione disponibile per unedificio danneggiatotra quelle considerate – ha aggiunto – è quella della prima scossa della sequenza sismica dell’Italia centrale avvenuta il 24 agosto 2016, che ha causato danni strutturali alla scuola di Visso (MC) identificati correttamente dal metodo Darr». «Lo stesso vale per tutte le altre registrazioni che provengono da edificinon danneggiati– ha concluso Petrovic – per i quali l’assenza di danno è stata identificata con successo».