L’impero ittita potrebbe esserecollassato a causa di una crisi climatica. Una gravesiccità, della durata di tre anni, grave al punto da innescareuna serie di conseguenze nefaste per l’impero– fallimenti nei raccolti, carestie – sino alla progressiva disintegrazione politico-sociale di una delle civiltà più antiche del Medio Oriente. A rivelarlo èuno studiocondotto dai ricercatori dellaCornell Universitydi Ithaca, New York, realizzato sulla scorta dei rilievi raccolti daun’analisi su alcuni alberi di ginepropresenti anche all’epoca e quella dei campioni di legname delMidas Mound Tumulusdi Gordon, a ovest di Ankara. Le ricerche accreditano una delle teorie già ventilate nel tentativo di comprendere le cause della scomparsa dell’impero:quella della crisi climatica. Su cui ora è incentrata l’attenzione degli studiosi, al netto delle prove che indicanol’esistenza di tre anni consecutivi di siccità– 1198, 1197 e 1196 a. C. – ossia proprio gli anni a ridosso della caduta dell’impero ittita edel collasso di altri regni in Grecia, Creta e Medio Oriente. Lo studio, pubblicato sulla rivistaNature,è incentrato sull’osservazione degli anelli degli alberi analizzati, che consente di ricostruire gli anni di vita dell’albero stesso e il clima registrato nell’anno preso in considerazione. Interesse particolare – come spiegano gli studiosi – hanno suscitatoalcuni anelli insolitamente stretti, sintomo di condizioni più asciutte o secche. Uncambiamento climaticocon il quale hanno dovuto fare i conti gli ittiti e che spiega, in parte, le cause della loro caduta. Come notano i ricercatori, infatti, «il clima da solo non crea né causa la storia. Piuttosto, è una delle forze che compongono il contesto(habitus)in cui gli attori e i vettori umani e altri prendono decisioni, interagiscono, vivono e influenzano l’ambiente circostante». Così, è possibile ipotizzare che le conseguenze innescate dalla crisi climatica e dalla siccitàabbiano concorso alla caduta dell’impero, producendo una carestiache avrebbe determinato l’inesorabile declino di una delle grandi potenze del mondo antico. L’impero ittita, infatti,governò gran parte dell’Anatolia e dell’attuale Siria dal 1650 circa fino al 1200 a.C.combattendo anche contro l’Egitto nella battaglia di Qadesh, nell’odierna Siria, nel 1274 a.C, poco prima della scomparsa, su cui lo studio getta una luce. «Probabilmente – sostieneBrita Lorentzen, professoressa di antropologia dellaUniversity of Georgiae tra i redattori dello studio – si è verificatoun fallimento del raccolto quasi completo per tre anni consecutivi.Molto probabilmente le persone avevano scorte di cibo che le avrebbero aiutate asuperare un solo anno di siccità. Ma quando sono state colpite da tre anni consecutivi, non c’era cibo per sostenerle. Ciò avrebbe portato a uncrollo della base imponibile, all’abbandono di massa del grande esercitoittita e probabilmente a un movimento di massa di persone in cerca di sopravvivenza». Situazioni chenon appaiono del tutto diverse dalla realtà odierna, come spiegano gli stessi autori dello studio. E che interrogano suglisconvolgimenti e sulle conseguenze nel lungo termineprodotti dal cambiamento climatico e dal mutamento delle condizioni esistenziali. «Penso che questo studio mostri davverole lezioni che possiamo imparare dalla storia», dice Jed Sparks, professore di ecologia e biologia evolutiva dellaCornell University. Che ammonisce: «I cambiamenti climatici che probabilmente si verificheranno per noi nel prossimo secolosaranno molto più gravidi quelli vissuti dagli ittiti».
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