Uccelli: rischiano estinzione a causa del climate change

 

L’inverno inglese sta progressivamente perdendo uno degli spettacoli più belli della natura, come le migrazioni di milioni di uccelli che ogni anno avvenivano in questo periodo. Fino a 20 anni fa circa 2 milioni di storni volavano nei cieli della località di Somerset nei mesi invernali. Ora la percentuale è crollata del 75%. Anche altri gruppi di volatili – come anatre, oche e cigni – stanno scomparendo dai territori inglesi. A seguito di una serie di anni riproduttivi minori causati dalle estati più calde nell’Artico, il loro numero è diminuito di oltre il 70%: «Il calo del numero di cigni di Bewick è preoccupante. Guardare l’annuale “discesa dei cigni”, quando centinaia di cigni selvatici di Bewick arrivano in stormi vorticosi, è uno degli spettacoli naturali dell’inverno. È tragico rischiare perderlo», ha dichiarato aThe Guardianla dottoressa Julia Newth dellaWildfowl & Wetlands Trust. Le due cause principali di questo declino sono strettamente connesse con l’emergenza climatica-ambientale. La continua alterazione dell’ecosistema e la distruzione degli habitat naturalihanno privato degli uccelli di un ambiente stabile in cui prosperare, mentre allo stesso tempo l’aumento delle temperature globali ha dato vita a un altro fattore chiamatoshort-stoppingche riguarda le migrazioni invernali dei volatili lungo il Nord Europa. Rispetto a qualche decade fa molti uccelli sifermano in anticipolungo le rotte migratorie. Questi stop rappresentano enormi rischi, in quanto un’improvvisa gelata comporta spesso un’elevata mortalità, specialmente fra gli uccelli più deboli e inesperti. Inoltre, i cambi nei tempi di migrazione comportano problemi riguardo la coesistenza di più animali in uno stesso territorio: «In Europa, la presenza prolungata di uccelli tradizionalmente migratori potrebbe portare a una maggiore concorrenza per il cibo e per le risorse autunnali/invernali per le specie di uccelli residenti che non migrano. Nel frattempo, nelle tradizionali destinazioni migratorie dell’Africa sub-sahariana, una riduzione del tempo nel processo migratorio potrebbe avere implicazioni per i servizi eco-sistemici come il consumo di insetti, la dispersione dei semi e l’impollinazione», haaffermatoKieran Lawrence, ricercatore dellaDurham University. Questa combinazione di fattori ha comportato una spaventosa decimazione delle specie di volatili e unamodificazionedel loro ciclo vitale. Nel Regno Unito unostudioche ha analizzato 60 specie diverse ha rilevato che circa il 32% ha cambiato le proprie condizioni fisiche e nell’86% dei casi anche il tempo di cova delle uova, spesso anticipandolo di 12 giorni. Invece negli Stati Uniti e Canada secondo il2022 U.S. State of the Birds reportnegli ultimi 60 anni sono scomparsi 3 miliardi di uccelli e più della metà delle specie osservate sono in declino. Analoghe condizioni si stanno verificando in Francia, dove la presenza degli uccelli è in netto declino, conun calodel 41% delle specie osservate in primavera negli ultimi 10 anni. Stanno progressivamente sparendo dai giardini uccelli come il merlo, la rondine domestica, il ciuffolotto o il verdone europeo. SecondoAllain Bougrain-dubourg, presidente dellaLigue pour la protection des oiseaux(Lpo), «il successo riproduttivo e la sopravvivenza dei giovani uccelli diminuisce di anno in anno, principalmente a causa del degrado del loro habitat, che riduce l’accesso alle risorse alimentari. Per salvare questi uccelli locali dovremo rivedere i nostri stili di vita».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *