Stai male? Ti cura l’intelligenza artificiale

Stai male? Ti cura l’intelligenza artificiale

 

Riesce a diagnosticare casi diinsufficienza cardiacaefibrillazione atriale, a identificarepatologie oculari precoci, a capire quali pazienti ricoverati sono più a rischio di contrarreinfezioni batterichenel sangue: tutto grazie all’intelligenza artificialeapplicata al mondo della medicina. È quanto emerge dalviaggio delWall Street Journalall’interno di alcune cliniche statunitensi che utilizzano l’AI nel trattamento dei pazienti. Ovviamente, sotto l’attento sguardo del personale sanitario. I pazienti delSinai Hospitaldi Baltimora, per esempio, sono monitorati da un algoritmo  (sviluppato dalla società sanitaria di AIBayesian Health)capace di identificare chi presenta il rischio più alto di contrarre infezioni batteriche nel sangue. L’algoritmo inizialmenteesamina alcuni fattori biologici(parametri vitali, dati demografici, storia sanitaria ed esami sanguigni)  e, in seguito, in caso di anomalie o infezioni in corso,invia un allarme al personalesanitarioche, dopo una valutazione ad hoc, valuterà se avviare il trattamento antibiotico. Il sistema riesce ad adattarsi nel tempo in base al parere dei medici. Un altro esempio è il servizioCano Health( un gruppo di dottori e dottoresse statunitensi e portoricani) che ha condotto un test utilizzando l’intelligenza artificiale perrilevare patologie oculariprecoci, come laretinopatia diabetica ,una grave complicanza del diabete che colpisce i vasi sanguigni oculari e può persino causare la perdita della vista. L’AI riesce aanalizzare le immagini delle telecamerepuntate direttamente sugli occhi dei pazienti, informando poi i medici in caso di positività alla patologia. Ovviamente il paziente dovrà poi recarsi da uno specialista per confermare la diagnosi, ma il programma rappresenta un’utilissimaintegrazione per l’identificazione precocedella retinopatia diabetica. Nelle cliniche cardiologicheMayo, invece, è stata utilizzata l’intelligenza artificiale per diagnosticare casi di insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale  (un’alterazione del ritmo cardiaco che si origina dagli atri del cuore): l’algoritmo ha rilevato alcune sottilissime bande rosse nell’elettrocardiogramma dei pazienti, non visibili dal personale medico. Come evidenzia ilWsj, secondo lo studio  elaborato dai ricercatori e dalle ricercatrici delle clinicheMayo(pubblicato dalla rivista scientificaLancet) l’AI è riuscita a esaminare oltre 600.000 ecg,rilevando 1.000 casi sospetti di fibrillazione atriale. I pazienti sono stati immediatamente informati ed è stato fatto indossare loro un monitor cardiaco per un mese: a fine monitoraggio, i ricercatori hanno scoperto che questi pazienti presentavano un rischio 5 volte maggiore di contrarre la patologia rispetto agli altri. Quindi, viene da chiedersi:qual è il futuro dell’intelligenza artificialenel mondo della medicina? Michael Pencina, direttore del progettoDuke AI Healthche si occupa di applicare l’intelligenza artificiale alla sanità (sviluppato dallaDuke University School ofMedicine)spiega al quotidiano statunitense: «Non credo che siamo a un punto in cui possiamo lasciare che gli algoritmi funzionino e prendano le decisioni», sottolineando come sia ancora troppo presto per lasciare intervenire gli algoritmi in autonomia sui pazienti. Lo studio pubblicato nel 2019 dalla rivista scientificaScience,e riportato dalWall Street Journal,ha dimostrato come un programma medico di intelligenza artificiale abbiaescluso le persone nere dall’ottenere cure sulla base dipregiudizietnici.Spesso, infatti, questi programmi utilizzano informazioni provenienti da cartelle cliniche che contengono la storia demografica delle persone. Ènecessaria quindi la presenza,o comunque la supervisione costante, del personale sanitario sugli strumenti AI che, nonostante tutto, se utilizzati con attenzione, possono rappresentare una ricchezza per il mondo della medicina, aiutando il personale medico a prevenire e curare patologie.