Petite Bateau, la sostenibilità va di moda

Petite Bateau, la sostenibilità va di moda

 

In un universo tessile dominato dalfast fashione per poco attento alle problematiche legate all’inquinamentoambientale, c’è qualche azienda che si propone come eccezione alla regola e decide di improntare la sua strategia sui valori dell’atemporalità degli stilie dellasostenibilità dei tessuti. Petit Bateau, azienda tessile tra le più grandi in Francia, vanta un fatturato da 300 milioni di euro e conta oltre 300 negozi a gestione diretta in 55 Paesi. Non dimentica di essere amica dell’ambiente, con l’80% della collezione (percentuale che sale al 98% per i capi destinati ai neonati e che punta a raggiungere il 100% entro il 2050) concepita conmateriali ecologici e certificati. Petit Bateau quest’anno festeggia i130 anni di storiadalla fondazione avvenuta a Troyes – in Francia – nell’azienda di maglieria di Pier e Etienne Valton e, per farlo, ha deciso di celebrare il marchio con eventi, lanci e sorprese pensati in un’ottica green:già a inizio anno è stata lanciata una capsule di capi vintage e rivisitati, mentre a marzo verranno installati nuovicorner di abbigliamento di seconda mano(iniziativa presente in alcuni negozi del marchio dal 2017) in Francia, ma anche dei test store in Giappone e Italia e, nei mesi a seguire, il progetto di unamoda circolaresbarcherà anche in digitale con il lancio di capi di seconda mano sul sito e-commerce dell’azienda. A partire dalla convinzione secondo cui lasostenibilitànon sia un concetto astratto, ma una questione e unascelta di buon senso,sono vari i progetti green in cui ha deciso di impegnarsi Petit Bateau per dare vita a un concetto di moda circolare e sostenibile che miri a generare un impatto economico, sociale e ambientale positivo: entro il 2025, per esempio, l’azienda intende utilizzare esclusivamenteplastica riciclatanella produzione – a oggi, per esempio, produce il 70% dei costumi da bagno con fibra riciclata da reti da pesca usate o bottiglie di plastica scartate – fino aeliminarne completamente l’utilizzo entro il 2030. Nelle stesse fasce temporali, intendediminuire le emissioni nette di gas serrarispettivamente del 50% e del 95% e realizzare prodotti conmateriali eco-responsabili,cioè materiali più rispettosi dell’ambiente, degli esseri viventi e della salute umana. Entro i prossimi 3 anni, in particolare, si impegna a raggiungere l’obiettivo di un realizzazione dei capi con il 100% di materiali biologici certificati: un impegno che ha già mosso i primi passi con la produzione di una capsule di abbigliamento per neonati incotone 100% biologico, al fine di preservare il suolo, la biodiversità e la salute degli agricoltori e ottimizzare l’uso dell’acqua. Proprio sullatutela delle risorse idrichesi concentra uno dei punti cardine del progetto aziendale: Petite Bateau ha definito un piano d’azione per raggiungere ambiziosi obiettivi, tra cui lariduzionedel30% del consumo di acquaentro il 2025 attraverso un ammodernamento degli impianti industriali che comporterà l’acquisto e l’installazione di nuove attrezzature e sistemi, tra cui circuiti d’acqua chiusi e impianti di trattamento delle acque. In un’ottica circolare,ancora, l’impegno dell’azienda francese è quello di realizzare prodotti che siano duraturi nel tempo e che, proprio per questo e non a caso, in fase produttiva sono sottoposti a ben19 test mirati a verificarne la resistenza: un prodotto resistente e di qualità è un prodotto destinato a durare nel tempo e che, al termine del suo utilizzo, non diventa scarto ma finisce nel mercato della seconda mano. Èla moda circolare,pilastro della visione di Petit Bateau a tal punto da essere oggetto, nel 2017, di un progetto che ha portato alla nascita di un servizio di rivendita e acquisto di prodotti di seconda mano tra privati, l’ applicazione, “Changer DeMain” (Cambiare DoMani), scaricabile in Francia, e di un servizio di raccolta di capi direttamente in negozio al fine di rivendere, donare o riciclare ciò che non si utilizza più. Unamissionsu più fronti, quella di Petit Bateau, per sottolineare l’idea di una sostenibilità che passa anche dal mondo della moda – dalla fabbrica al consumatore – e dona nuova vita a vecchi capi, permettendogli di rinascere e raccontare ogni volta una storia diversa, ma sempreall’insegna del green.