Usa: il dramma delle donne che non sanno dove partorire

GliospedalidegliStati Unitivogliono risparmiare.Nelle maternità i costi superano le entrate, soprattutto nelle zone del Paese a basso reddito, e cosìmolte strutture ospedaliere nelle aree rurali hanno deciso di smettere di fornire servizi di assistenza al parto. Questa scelta compromette gravemente ildiritto alla salute delle donne statunitensie viene fatta nonostante il numero dimorti maternesiain forte crescitanegli ultimi anni. Secondo un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,tra i Paesi ricchi e industrializzati gli Stati Uniti hanno il tasso di mortalità materna più alto: nel2020, si sono verificate21 morti materne ogni 100.000 bambini nati vivi. Un numero che in 20 anni è quasi raddoppiato: nel 2000, infatti, le morti materne erano soltanto 12 ogni 100.000. Stando a quanto riportato dall’American Hospital Associationin quell’anno circa la metà degliospedalirurali degli Stati Uniti non offriva già più servizi ostetrici. Tra il 2015 e il 2019 ci sono state infatti 89 chiusure di unità di maternità nelle aree ruralie questo ha generato il declino con il quale oggi ci si trova a fare i conti. Il dato è importante perché gli ospedali di questo tipo rappresentano poco più di 1/3 dei cosiddetticommunity hospitalsdel Paese e1 bambino su 10 nasce in queste strutture. Un’inchiesta delNew York Timesha mostrato proprio che nel 2021 le chiusure delle unità di maternità hanno avuto un’accelerazione soprattutto nelle aree rurali, dalMaineallaCalifornia, dove la popolazione si è ridotta e il numero di nascite è diminuito. «Mantenere attiva un’unità di maternità è costoso. – ha dichiaratoKaty Kozhimannil, direttrice dell’University of Minnesota Rural Health Research Center – La struttura deve avere personale in funzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con un team di infermieri specializzati e servizi accessori come quelli di pediatria e anestesia». Spesso gli ospedali per coprire tutti i turni sono costretti ad assumereinfermieria contratto, che arrivano a costare tre volte di più rispetto al personale infermieristico interno, gravando ulteriormente su un bilancio che spesso conta risorse in proporzione inferiori rispetto a quelle dei grandi ospedali metropolitani. La maggior parte delle pazientidi strutture rurali, infatti,ha come copertura assicurativaMedicaid(programma federale sanitario per persone a basso reddito),che paga agli ospedali importi molto inferiori rispetto ai piani di assicurazioni private. Nello stato di Washington, come spiega ilNew York Times,Medicaidelargisce 6.344 dollari per una nascita, circa 1/3 della cifra pagata dalle assicurazioni private. Le chiusure dei reparti maternità mettono però a grave rischio la salute delle madri e dei loro bambini. Secondo il report del 2022Nowhere to GodiMarch of Dimes, organizzazione non profit per la salute materna,per le donne che vivono in queste aree il rischio di complicazioni in gravidanza è più alto. Spesso si tratta dipersone a basso reddito, più esposte a problemi didiabete, abuso di sostanze o malattie cardiache. Per questo negli ospedali rurali si segnalano tassi più alti di emorragie e trasfusioni di sangue rispetto agli quelli urbani. Ma il dato più critico è questo:il 50% delle donne che vive in quelle zone deve viaggiare per più di 30 minuti per raggiungere un ospedale con un reparto di maternità(mentre in città questo problema si pone solo per il 7%), e spesso i veicoli di emergenza non sono sufficienti e richiedono lunghi periodi di attesa. A causa delle continue riduzioni dei servizi di cura dedicati alla maternità, oggi,più di 2.2 milioni di donne americane in età fertile vivono quindi nei cosiddettideserti di assistenza alla maternità, aree in cui l’accesso a una maternità più sicura è limitato da una totale mancanza di strutture e servizi o da ostacoli che impediscono alle donne di ricevere assistenza. Secondo uno studio pubblicato suPubMedriguardo alla mortalità materna in Louisiana, per le donne che vivono in questi luoghi la probabilità di morire in gravidanza e nel corso dell’anno successivo al parto è tre volte più alta. Non mancano poi le discriminazioni razziali ed etniche nell’accesso alle cure materne.Una donna nativa americana su 4 (24,2%) e una donna nera su 5 (20,1%) non hanno ricevuto cure prenatali adeguate nel 2020, rileva il reportNowhere to Go. La stessa chiusure di unità ostetriche sta gravando su una percentuale sempre più alta di donne nere, che hanno una probabilità più alta di vivere in deserti di assistenza alla maternità o in zone in cui l’accesso è ridotto. Tutto ciò conferma un trend ormai evidente: nel Paese in cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità sono componenti fondamentali della Costituzione, l’accesso all’assistenza alla maternità sta diventando sempre più limitato e compresso. Un problema che ha riguardato un numero impressionante di persone nel 2022:quasi 7 milioni di donne e quasi 500.000 bambini. Tutte queste donne non sanno più dove andare a partorire e l’America fa finta di dimenticarselo.