Facebook, arriva la condanna dal Tribunale di Milano

Facebook, arriva la condanna dal Tribunale di Milano

 

Facebook (Meta) deverimuovere i postquando è consapevole del lorocontenuto diffamatorio. È la conclusione a cui è giunto ilTribunale di Milanocon la sentenza depositata il 2 marzo che ha condannato in sede civile il social network alrisarcimento danninei confronti della società di scommesseSnaitech(ex Snai) ritenendolo responsabile di “unacondotta commissivamediante omissione e, quindi, di aver concorso nel comportamento lesivo altrui”. Il caso, come riportato dalFatto Quotidianoe dalSole 24 Ore, riguarda una serie dicontenuti diffamatoripubblicati sulle pagineTruffa SnaitecheSnaitech truffacreate nel 2019. Secondo i giudici, “l’autore del contenuto pubblicato sulla piattaforma Facebook ha attribuito agli attori la commissione di delitti sulla base dimere convinzioni personali”. Non è considerato valido, in questo caso, appellarsi aldiritto di critica, altrimenti, si legge nel testo della sentenza, “si attribuirebbe a ciascuno il diritto di attribuire prima, e diffondere poi, anche tramite social network, notizie in merito alla perpetrazione di reati sulla base di mere intime convinzioni”. A determinare la condanna diFacebookil fatto cheSnaitechabbiasegnalato a più riprese i contenuti diffamatorichiedendone la rimozione. “Non è chiaro come il contenuto segnalato sia diffamatorio, violi i suoi diritti o sia altrimenti illecito”, avrebbe replicato ilsocial network, che più tardi ha infine provveduto alla rimozione. Smontata – sulla base deldecreto legislativon. 70 del 2003, articolo 16 – anche latesi avanzata dalla difesadi Facebook, secondo la quale per giustificare la rimozione dei contenuti sarebbe stato necessario che l’autorità giudiziaria ne avesse prima dimostrato l’illiceità. Pur riconoscendo che “la capacità diffusiva di una informazione condivisa tramite la piattaforma di un social network travalica spesso i limiti della stessa – il giudice ha chiesto unrisarcimento ridotto, 10.000 euro a fronte dei 200.000 richiesti dai legali della società dal momento che le pagine – hanno ottenuto pochissimo riscontro mediatico”