La filantropia si fa smart
Lafilantropiatipica del passato sta cambiando: oggi è in mano aigrandi colossi della tecnologia. Gliimprenditoridi oggi della Silicon Valley sono in missione, sempre, convinti di poterrivoluzionare il mondogià durante la loro esistenza. Ed è proprio dalla Silicon Valley che nascononumerosi programmi educativi che riuniscono e formano i nuovi donatori. Secondo quantoafferma l’Economist,la maggior parte dei donatori americani sono diventati ricchi grazie alla tecnologia.Da sempre i grandi detentori di ricchezze e filantropi hanno investito il loro denaro, creando fondazioni private che venivano poi gestite da un team di persone fidate. Oggi la verarivoluzioneconsiste non nel dovere creare una fondazione dopo aver accumulato ricchezze, ma neldonare parte dei propri proventi a enti di beneficenza che indirizzeranno i soldi direttamente a organizzazioni non profitscelte. Questo nuovo metodo è chiamatoDaf,donor advised fund, ed è una sorta diconto di risparmio per effettuare donazioni di beneficenzain modo semplice ed efficace,lasciando il controllo dei loro soldi direttamente all’ente:un esempio è ilFounder Pledge,ente britannico a cui sono iscritti 1.700 membri di 39 Paesi diversi. Unaltro metodo che viene utilizzato dai grandi magnati è lasocietà a responsabilità limitata(Llc). Questo tipo di societàelargiscegrande libertà ai donatoriche possonocombinare la spesa per progetti di beneficenza con quelli a scopo di lucroedi sostegno politico. Con questo metodo sono stati finanziati progetti come installazioni artistiche lungo il confine tra America e Messico. È interessante osservare che se il progetto finanziato dalle diverse donazioninon ottiene il risultatosocialesperato, i finanziamenti vengono tagliati. Una critica che viene rivolta alle tradizionali fondazioni di beneficenza è la poca velocitàe l’elevato numero di moduli cartacei da compilare: un approccio cosìlontano dai grandi magnati della tecnologia rischia di rallentare il processo e diminuire l’iniziativa. Un esempio delnuovo mondo filantropicoèMackenzie Scott, l’ex moglie di Jeff Bezos, fondatore di Amazon. Scott hadonato oltre 14 miliardi di dollari, senza condizioni, a enti di beneficenzafidati comeHabitat for Humanity International, i cui volontari hanno case costruite ad Haiti e in Bangladesh, e laDesmond Tutu Health Foundation, che ha sede a Cittàdel Capo. Tuttavia, coloro che si occupano di raccogliere i fondi devono essere in grado dicomprendere le preferenze di chi dona,essendo in grado di cambiare in tempo le loro linee di comportamento.I donatori hanno un occhio di riguardo verso gli enti che mostrano grandi ambizioni. Allo stesso tempo, la stessatecnologiasi rivela uno strumento necessario agli enti di beneficenza. La fondazioneCharity: Waterdi Scott Harrison, che lavora per portare acqua pulita alle persone nei Paesi in via di sviluppo, con oltre 700 milioni di donazioni ha raggiunto 1 milione di follower su Twitter e, attraverso immagini satellitari, mostra ai donatori i pozzi d’acqua pulita nei quali hanno investito. Anche lafilantropiasta vivendo unatransizionetecnologica: la velocità, la trasparenza e l’accessibilitàche ha acquisito la beneficenza gli conferiscono un valore aggiuntivo.I nuovi filantropi non aspettano più a donare,come si faceva un tempo, in punto di morte.Se possono, lo fanno ora.