Stati Uniti: emergenza sfruttamento minorile

Losfruttamento minorileè una piaga che conoscono – strano a dirsi – anche gliStati Uniti. Ogni città ha le sue villette a schiera, i suoi grattaceli, i mezzi pubblici, i parchi curati, il traffico, la vita brulicante e frenetica della metropoli. E poi, un’altra faccia, silenziosa e oscura: eserciti dibambini che lavano i piatti a tarda notte, gestiscono mungitrici nel Vermont,consegnano cibo a domicilio per le strade di New York,raccolgono caffèecostruiscono muri di pietra lavica intorno alle case vacanza alle Hawaii, mentre ragazze di 13 anni lavano le lenzuola negli hotel in Virginia. Secondola sconvolgentemaxi inchiesta pubblicata alcuni giorni fa dalNew York Times, si tratta dibambini migranti, arrivati negli Usada soli, senza genitorie sottoposti a lavori massacranti. Una vera e propriaforza lavoro-fantasmache si diffonde a macchia d’olionelle fabbriche e negli stabilimenti industrialidi ogni Stato, violando deliberatamente le leggi sul lavoro minorile in vigore da quasi un secolo. Una manovalanza a basso costo che è andata aumentando nel corso dell’ultimo decennio e ha subito il colpo di grazia nel 2021, per ledifficoltà economiche post-pandemia. Valori che vanno di pari passo conil numero di minori non accompagnati che arrivano nel Paese, specialmentedall’America Centrale, che è salito a130.000 lo scorso anno– 250.000 negli ultimi 2 -triplicando i dati di 5 anni fae, secondo le ultime proiezioni, quest’estate sono destinati ad aumentare ancora. Eppure non si tratta di stranieri irregolari ma di bambini registrati, la cui presenza sul territorio è nota al Governo federale: il Dipartimento della salute e dei servizi umani dovrebbe garantirne i diritti e tutelarli daqualsiasi forma di sfruttamento. E invece la lista di lavori e mansioni, anche potenzialmente pericolosi, che questi bambini svolgono è lunga:bambini di appena 12 anniche in Florida e Tennessee costruiscono tetti,lavoratori minorenni dei mattatoiin Delaware, Mississippi e North Carolina,minori che segano assi di legnodurante i turni notturni in South Dakota. Usano spessodocumenti d’identità falsie trovano lavoro tramiteagenzie di collocamentoche non verificano i loro numeri di previdenza sociale. Molti di loro sono sottoposti a enormi pressioni, perché devonorestituire il denaro ai lorogenitorie pagare migliaia di dollari diaffitto e spese di soggiorno ai loro cosiddetti “sponsor”. I casi di minori non accompagnati, infatti, vengono sottoposti allaBorder Patrole poi inviati all’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati, che fa capo al Dipartimento della salute e dei servizi umani: ciascun bambino viene quindi abbinato a uno sponsor che di solito ha qualche legame, seppur lontano, con le loro famiglie. Questi, persone che dovrebberocontribuire al sostentamento del minorein una sorta dirapporto di adozione a distanza, sono tenuti a mandarlo a scuola, ma la realtà è ben diversa: molti studenti si barcamenano tra le lezioni e le ore di lavoro e, nei casi più gravi, finiscono perabbandonare lascuolae dedicarsi a tempo pieno al loro impiego. Altri bambini, una volta arrivati, scoprono di essere stati ingannati dai loro sponsor e di non essere nemmeno iscritti a un istituto. IlNew York Timesha raccolto le testimonianze di oltre100 baby lavoratori in 20 Stati diversi: le condizioni di lavoro descritte sono logoranti. Si tratta di ragazzi disperati, rimasti ingabbiati in circostanze che non avrebbero mai potuto immaginare. Tra le prove, anche documenti giudiziari e interviste con centinaia di avvocati, assistenti sociali, educatori e funzionari delle forze dell’ordine. Qualche settimana fa, il Dipartimento del lavoro ha reso noto di aver individuato102 bambini di 13 anni che svolgevano lavori notturni pericolosi per la pulizia di mattatoi in 8 Stati diversi, usando“sostanze chimiche causticheper pulire seghe affilate come rasoi” per una delle più grandi società di servizi igienico-sanitari del paese, la Packers Sanitation Services Inc, che conta 17.000 lavoratori in 700 stabilimenti sparsi sul territorio. Come riporta ilTimes, a Los Angeles i bambini cuciono etichetteMade in Americasulle magliette diJ. Crew,preparano panini per la cena venduti daWalmarteTarget, trasformano il latte utilizzato nel gelato diBen & Jerrye aiutano a disossare il pollo venduto aWhole Foods. In autunno, i ragazzi delle scuole medie hanno realizzato i calziniFruit of the Loomin Alabama; nel Michigan, invece, producono ricambi per auto usati daFordeGeneral Motors. Qualcosa si sta muovendo però. Proprio ieri,il Governo Biden ha annunciato una serie di misureper combattere il fenomeno. Karine Jean-Pierre, addetta stampa della Casa Bianca, ha definito le rivelazioni del quotidiano «strazianti» e «assolutamente inaccettabili». Il Dipartimento del lavoro, che ha registratoun aumento di quasi il 70% delle violazioni sull’occupazione minorile dal 2018, comprese quelle pericolose,avvierà indagini a tappeto in tutto il Paese. Gli investigatori federali si lamentano da tempo del fatto che la multa più salata per le violazioni – circa 15.000 dollari – non sia sufficiente a scoraggiare il lavoro minorile, soprattutto nelle grandi compagnie. Durante una teleconferenza che si è tenuta ieri, i funzionari statunitensi hanno annunciato l’apertura di un’indagine sull’impiego di bambini in alcune aziende,tra cuiHearthside Food Solutionse i fornitori diHyundai Motor Co. Verrà istituita, inoltre, unatask forcecongiunta tra il Dipartimento del lavoro e il Dipartimento della salute e dei servizi umani, responsabile dei bambini migranti, per condividere meglio le informazioni.