“The Whale”: storia di corpi, pregiudizi, dolore e salvezza

“The Whale”: storia di corpi, pregiudizi, dolore e salvezza

 

Gli occhi azzurri e il volto diBrendan Fraserbucano lo schermo, così come il cuore. È una delle sensazioni che ci travolge guardando, dall’inizio alla fine, il filmThe Whale,di Darren Aronofsky, insieme a flash di scene che toccano profondamente il pubblico. Fraser interpretaCharlie, un insegnante di inglese che deve confrontarsi coi propri fantasmi e un amore mai rivelato che lo tormentano da anni. A ciò si aggiunge un rapporto irrisolto con la figlia adolescente, con cui decide (e in parte ci si ritrova) di farci i conti. Basata sull’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter che ne ha curato la sceneggiatura, l’ultimo lavoro dell’autore diThe Wrestler(premiato con il Leone d’Oro) pone al centroun uomo che anche fisicamente esprime il peso dei propri errori,dell’essersi lasciato andare dopo delusioni vissute come dei “lutti”. Charlie soffre di una grave forma diobesità,sente che il suo tempo sta per finire. Il suo cuore, però, sembra non voler mollare almeno finché non le avrà provate tutte, innanzitutto consua figlia Ellie(Sadie Sink, nota per la parte di Max Mayfield nella serieStranger Things), una diciassettenne dalla lingua affilata: come una pentola a pressione pronta a scoppiare da un momento all’altro, anche se afferma di non aver bisogno di nessuno. Sua madre la ritiene malvagia; suo padre crede che sia brillante e che il suo essere così “pungente” nasconda in verità qualcosa di speciale. Dovrebbe però smettere di“fare la dura”per nascondere il dolore che prova. «Nella sua testa, suo padre è il nemico- ha affermato l’attrice – Avevano un legame speciale quando lei era piccola, ma il suo abbandono ha gettato lei e la madre in una spirale negativa senza fine. Credo che lei si presenti a casa sua in parte perchévuole davvero farlo soffrire.Vuole mostrargli cheè diventata una persona orribile a causa sua. Vuole provocargli lo stesso dolore emotivo che lui ha provocato a lei. E forse Ellie è un po’sollevata nel vedere che suo padre non sta tanto bene». Fraser, fin dall’inizio (e con lui tutto il cast) conduce il pubblico in un viaggio nel mondo di Charlie, per 5 giorni, fatto di scontri interiori e non; ci ritroviamo così a empatizzare con i personaggi, anche con chi non immagineremmo mai, e soprattutto a imparare a mettere da parte i pregiudizi. Riguardo questo aspetto, quasi di“chiusura” verso l’esterno,è la rappresentazione del bilocale in cui l’uomo vive e si sposta con grande difficoltà. Le 4 mura della casa sono un’unica location, capace di trasformarsi sia un nido nel quale rifugiarsi e proteggersi (anche dal giudizio altrui) che unaprigione. In questa prospettiva, il formato video scelto, un 4:3, suggerisce l’idea di “gabbia” e, in alcune situazioni, ci trasmette una sensazione claustrofobica. The Whaleè una stretta al cuore per lo spettatore: come si legge dalle note di produzione, il film fotografa “l’odissea di un uomo dentro se stesso e fuori dal suo corpo, un viaggio attraverso le profondità del dolore e la possibilità di una salvezza. Grazie a Charlie, il film ci conduce nelle pieghe di un’esistenza che raramente viene rappresentata sul grande schermo con tenerezza e intelligenza”. Dopo laprima mondiale alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,dopo i numerosi riconoscimenti ottenuti (tra cui3 nomination agli Oscar, con Fraser candidato come miglior attore protagonista, Hong Chau candidata come miglior attrice non protagonista e Anne Marie Bradley, Judy Chin e Adrien Morot per la categoria miglior trucco e acconciatura),The Whalearrivaoggi nelle sale italiane, distribuito daI Wonder PictureseUnipol Biografilm Collection.