Lagenerazione Z non guida più?È la domanda che si pone unarticolodelWashington Post, partendo dalla constatazione che la patente non è in cima alla lista delle prioritàdeglizoomer, come vengono anche chiamati i natiapprossimativamentetra il 1997 e il 2012. «A differenza delle generazioni precedenti – afferma ilWP -non vedono le auto come un biglietto per la libertào una pietra miliare cruciale della vita». Nel 1997, secondo i dati delBureau of Transportation Statistics, ad avere la patente era il 43% dei 16enni e il 62% dei 17enni. Nel 2020 le percentuali sono scese rispettivamente al 25 e al 45%. Se la tendenza è più accentuata per le fasce più giovani dellaGenZ, esaminando i ragazzi tra i 20 e i 25 anni, la percentuale per gli stessi anni di riferimento passa dal 90% all’80%. Come mai? Le ragioni di questa contrazione possono essere individuate in primo luogo nell’alto numero diincidenti. Secondo l’ultimorapportodellaNational Highway Traffic Safety Administration, nel 2020 i giovani conducenti morti inincidenti stradalisono stati 1.885, con unincremento del 17%rispetto ai 1.616 del 2019. Pur rappresentando il 5,1% sul totale dei conducenti, quell’anno i patentati di età compresa tra i 15 e i 20 anni erano l’8,5% degli automobilisti morti sulla strada. Un dato ancora più significativo se si considera che nello stesso anno i giovani conducenti sono diminuiti del 4,7% rispetto al precedente. Ma a incidere sono anchefattori economici: come il costo delleassicurazioni, lievitato dicircail 14% tra il 2022 e il 2023, e ilcaro auto, nuove o usate, che hanno risentito della crisi dei materiali semiconduttori. Secondo inumeridell’indiceAgpi,che misura il costo medio delle auto in vendita sul portaleAutoScout24,negli ultimi 3 anni il prezzo delle vetture di seconda mano ècresciuto del 33%. Senza contare l’aumento delcarburante,che oltretuttoinquina. Sì perché la generazione diGreta Thunbergè una delle piùsensibili, epreoccupate, rispetto ai temi che riguardano la salute del Pianeta. E possiede strumenti che le generazioni passate non avevano, comebicioscooter elettrici, la possibilità di condividere una corsa -ride sharingocar pooling -ma anche quella di svolgere un numero crescente diattività online, a partire dal cosiddetto “smart working”, che riducono la necessità di spostarsi. Trattandosi di una generazione ancora giovane, e che quindi potrebbe cambiare abitudini una volta divenuta adulta, èancora presto per tirare le somme, ma c’è chi potrebbe già ribattezzarlagenerazione Ztl.
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