Streaming: bambini, occhio alla pubblicità!

 

Su YouTubeil contenuto più visto in assoluto è il video musicale diBaby Shark:una canzone per bambini con oltre10 miliardi di visualizzazioni. Oggi ilvideostreamingfa sempre più compagnia abambinie aragazzi.Lo rivela – anche se non era difficile immaginarlo –lo studio della societàGiraffe Insightscommissionato dalla piattaformaPrecise Tv.Il reportKids and the Screen in Usaha esaminato i dati diun sondaggio che ha coinvolto 2.000 famiglie con bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni. Tra tutte le piattaforme,YouTube è quella più utilizzatadai piccoli di casa. L’85% dei bimbi americani intervistativisualizzano contenuti video prevalentemente su questo canale. A seguire,Video On Demand(71%)eGaming(60%). Lapandemiada Covid-19 ha sicuramente accelerato la tendenza delle famiglie apreferire lo streaming alla Tv tradizionale. La diretta conseguenza di questo cambio di abitudini è chei bambini trascorrono molto più tempo su YouTube, che contiene il doppio degli annunci pubblicitari rispetto alle trasmissioni televisive. Infatti, il70%ricorda gli spot pubblicitarisulla piattaforma: un dato confermato anche dai genitori (7 su 10 affermano che i figli chiedono loro dicomprareprodotti visti nelle pubblicità inserite nei video). Ciò significa che i bimbi non solo scelgono di guardare annunci che potrebbero ignorare o saltare, ma li apprezzano anche come parte integrante della loro esperienza visiva. Ovviamente questa è un’opportunità irresistibile peri marchi,che desiderano raggiungere e interagire con un pubblico giovane. Anche qui, da questa parte dell’oceano, gli studi delineano un trend simile: inInghilterra, dove diverse piattaforme di videostreaming consentono di accedere solo dai 13 anni in poi, i bambini al di sotto di quest’età usano unfalso account o dichiarano di essere più grandi.Sono i dati diffusi dallostudio diOfcom(l’ufficio federale britannico della comunicazione) eThe Information Commissioner’s Officer. Anche in Italia la maggioranza dei bambinisotto i 10 anni usa abitualmente lo smartphone. La rivoluzione dello streaming nel Belpaese è guidata proprio dai più piccoli:nella fascia 8-14 anni,la percentuale di coloro che preferiscono canali via internet al classico consumo televisivo è circa il50%. Si scende, ma di poco,fra i 15 e i 19 anni: 45,2%.Questi numeri, frutto di elaborazioni delloStudio Frasisu datiAuditel, fotografano gli ascolti “non riconosciuti” in Italia fra il primo giugno e il 19 luglio 2022. Si tratta di valori del consumo televisivo da dispositivi non sintonizzati sulle classiche reti ma su canali diversi, ricevuti attraverso decoder e set top box connessi alla rete, computer e console di gioco collegati alla tv. Oltre al rischio diimmagini violente o pornografiche, l’uso di YouTube da parte dei bambini comporta anche la sovraesposizione dei piccoli – in genere molto più vulnerabili o influenzabili degli adulti -a contenuti pubblicitari.

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