La Sardegna sogna la caccia alle onde gravitazionali

La Sardegna sogna la caccia alle onde gravitazionali

 

La settimana scorsa, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna MariaBerninihafirmatoil decreto istitutivo delComitato tecnico scientificoper la candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, l’osservatorio europeo di onde gravitazionali di terza generazione che l’Italia dovrà contendersi con iPaesi Bassi. A presiedere il gruppo di esperti è il premio Nobel per la FisicaGiorgio Parisi. Del Comitato faranno parte anche l’ambasciatoreEttore Sequi, segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, gli scienziatiMarica BranchesieFernando Ferronidel Gran Sasso Science Institute eAntonio Zoccoli, presidente dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn). Il progetto prevede la costruzione di ungigantesco interferometro– uno strumento per la misura delle distanze basato sulle proprietà di interferenza delle onde luminose – a una profondità tra i 100 e i 300 metri, per isolarlo dai movimenti delle onde sismiche. Avrebbe un perimetro di circa 30 km composto da bracci lunghi 10 km, in grado di rilevare le cosiddetteonde gravitazionali, increspature dello spaziotempo che si propagano alla velocità della luce e le cuiprovesperimentali sono state ottenute grazie ai rilevatori Ligo e Virgo solo nel 2016, un secolo dopo la loro teorizzazione da parte diAlbert Einstein. «Grazie alla sua estrema sensibilità alle basse frequenze – spiega l’Infn – Et ci permetterà di osservare con regolarità le onde gravitazionali inaugurando così l’era diun nuovo tipo di astronomia, l’astronomia gravitazionale di precisione». Come area idonea per ospitare l’osservatorio è stata individuata la miniera dismessa diSos Enattos, nel comune di Lula in provincia diNuoro, inSardegna, che beneficerebbe della realizzazione dell’opera in termini occupazionali e di investimenti. L’investimento dellaRegionesarà di300 milioni di euro, a fronte di un costo di realizzazione totale di1,7 miliardiche saranno coperti, per la parte restante, dafondi nazionali ed europei. L’impatto economico complessivo è statocalcolatoin6 miliardi di euronei 9 anni necessari per la costruzione, più un valore annuo di circa 127 milioni di euro e oltre700 posti di lavorouna volta a regime «escludendo i dipendenti», stimati in 160 unità permanenti. «Una grande infrastruttura internazionale che per l’Italia rappresenta un’opportunità strategica non solo per la ricerca scientifica, ma anche per l’industria nazionale e per l’economia del Paese», ha dichiarato la ministraBernini. «L’Einstein Telescope permetterebbe al Paese di rafforzare la sua leadership scientifica». Dal sindaco di NuoroAndrea Sodduarrivano i complimenti all’operato del governo, «con l’augurio che prenda una posizione netta riguardo alparco eolicodi Gomoretta affinché non venga permessa la sua realizzazione o che comunque ne vengano limitati al massimo gli effetti potenzialmente negativi per l’Einstein Telescope». La partita potrebbe decidersi già il prossimo anno. «I tempi non sono molto lunghi,la decisione sarà presa verso il 2024», ha fattosapereGiorgio Parisi alSole 24 Ore. Gli scavi e le infrastrutture necessarie verrebbero invece realizzate tra il 2025 e il 2028, mentre bisognerà attendere il 2029 per la costruzione del rilevatore e il2031 per la messa in funzione. «Nonostante l’altro sito in lizza, situato nella zona del Limburgo e proposto dal gruppo olandese di Nikhef, si trovi in una zona dall’alto valore strategico e politico – spiega il comunicato diffuso dalla Regione –, la Sardegna, e la miniera di Sos Enattos nello specifico, presentanocaratteristiche fisiche ambientali uniche e incomparabili: attività sismica pressoché inesistente, presenza di graniti duri e stabili, densità abitativa fra le più basse in Europa, quindi rumore antropico bassissimo». Il presidente del Comitato ha spiegato che il rilevatore sarà «sensibile oltre 100 volte in più rispetto ai suoi predecessori, e quindi in grado di daremaggiori informazioni su materia e energia oscura(quella non direttamente rilevabile), e sulle prime fasi dell’universo».