Come possiamo rendere l’industria circolare?

Come possiamo rendere l’industria circolare?

 

Studiare il panorama industriale attuale,basato sui combustibili fossili, e immaginare scenari per un futuro basato sulla bioeconomia circolare. È questo l’obiettivo diSustrack, un progetto triennaledell’Università Unitelma Sapienza di Roma, finanziato dallaCommissione europea. Dopo una fase preparatoria iniziale, le sue attività sono in partenza. In particolare, i ricercatori proveranno a identificare e a stilare una lista diraccomandazioni e temi prioritari, da sottoporre alla politica, per indirizzare latransizione verso sistemi di produzionebio-basede circolari. Si tratta di uno scenario nel quale tutte le risorse biologiche, come piante e animali, vengono sfruttate o riutilizzate in maniera efficiente, per fabbricare beni e fornire servizi, minimizzando l’impatto ambientale. Labioeconomia circolare, secondo gli esperti, può essere il traino verso un nuovomodello economico più sostenibile. Lo rendono necessario, da una parte. l’avanzare sempre più rapido dellacrisi climatica, con fenomeni che incidono su agricoltura, attività produttive e legate alle forniture di energia, come la siccità o le alluvioni. Dall’altra, eventi come la guerra in Ucraina, che ha rivoluzionato i piani per l’approvvigionamento di gas e petrolio di tutti gli Stati europei. Per ideare politiche di trasformazione e innovazione che funzionino, serve però un’ampiaconoscenzadei principali settori industriali, dal chimico al tessile. Ciò permetterà di indirizzare meglio eventuali investimenti e creare nuovi mercati green, pur con “la capacità di assumersi rischi”, come si legge nella nota di presentazione del progetto. Proprio a questo scopo entra in gioco il team diSustrack, che eseguirà una valutazione critica degli impattidell’attuale economia lineare. La sfida è identificare sia i vantaggi che i limiti di un sistema basato sull’utilizzo dei fossili, nonché il “potenziale di miglioramento associato ai sistemi circolari a base biologica”, affermano i ricercatori in un comunicato stampa. L’obiettivo è dare “contributi significativi all’identificazione dellepriorità politiche e delle agende industriali” italiane. Il progetto farà tesoro delle esperienze precedenti dei progettiSTAR-ProBio,BioMonitoreStar4BBI,sempre finanziati da Bruxelles. Collabora inoltre diversi partner scientifici che si occupano di economia circolare. In uno sforzo congiunto conl’European Bioeconomy Network(EuBioNet), è stato infatti segnalato come il promotore del gruppo di lavoro in “standardizzazione, certificazione, etichettatura e monitoraggio”. AttualmenteSustracksi sta concentrando sui limiti ambientali, economici e sociali dell’economia lineare, ad alta intensità di anidride carbonica, tramite quattro case study: il settoreedile, tessile, chimico e della plastica. Infatti questi rami della produzione industriale sono tra i più inquinanti e interventi governativi per limitare le loro emissioni, i loro consumi energetici e idrici potrebbero penalizzarli. Nel prossimo futuro saranno però anche quelli che potranno beneficiare dei vantaggi della bioeconomia circolare, diventando anche più sostenibili. «Il passaggio da sistemi lineari a base fossile a sistemi circolari e a base biologica rappresenta un’opportunità e un percorso idoneo per il raggiungimento di diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) – affermaPiergiuseppe Morone, professore e ricercatore presso l’Università Unitelma Sapienzadi Roma e coordinatore del progettoSustrack-I sistemi circolari a base biologicarappresentano una grande occasione perconciliare una crescita sostenibilea lungo termine con la protezione dell’ambiente attraverso l’uso prudente dellerisorse rinnovabili per scopi industriali». «Questa transizione necessaria – ammette – è un processo complesso, che non richiede semplicemente tecnologie innovative dal lato dell’offerta, ma anche trasformazioni sociali basate su un processo multi-attore». Della stessa opinione è ancheGülşah Yilan, responsabile diSustrack: «Miriamo a sostenere i responsabili politici e le industrie nei loro sforzi per sviluppare percorsi sostenibili per sostituire i sistemi a base fossile e ad alta intensità di carbonio con sistemi circolari a base biologica».