Le ragazze nelle Stem sono troppo poche. Non parliamone solo oggi

Legiornate internazionalisono talmente tante ormai che il rischio è purtroppo di perdersene qualcuna. Quella dioggiperò, 11 febbraio, non si può dimenticare perché è laGiornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, un ambito nel qualela presenza femminile è nettamente inferiore rispetto a quella maschilee dove gender gap e differenze di genere sono, se possibile, ancora più forti che altrove. Per provare a scardinare questa realtà l’associazioneValore Dlancia per il secondo anno#ValoreD4STEM, unacampagna di opinione sul temacruciale, ma troppo spesso dimenticato,della partecipazione delle donne al mondo scientifico. Alla luce dei progressi continui e incalzanti che interessano il settore è molto probabile checon il passare del tempo sempre più opportunità di lavoro e carriera saranno legate alle discipline Stem(Science, Technology, Engineering and Mathematics). In particolare saranno sempre più ricercati specialisti dei big data, dell’Internet of Things, dell’intelligenza artificialee della robotica, figure operanti in settori in cuile donne sono ridotte al lumicino. Secondo ilGlobal Gender Gap Report 2020delWorld Economic Forum, in Italia, a esempio, la presenza nel campo delCloud Computingè pari al 17%, in quello ingegneristico è del 19% e nell’intelligenza artificiale del 31%. A tenerle lontane dagli studi prima e dalle occupazioni scientifiche poi è soprattutto lostereotipoche fin da piccolissime viene inculcato nella testa delle bambine,convincendole di non essere portateper le materie che non siano umanistiche. Una volta adulte questo imprintingrelega quasi tutte, indipendentemente dalle vere inclinazioni,verso professioni ricalcate sui ruoli tradizionali del lavoro domestico o di cura, spesso anche caratterizzati da retribuzioni meno elevate, minore qualificazione e scarse prospettive di carriera. «Le trasformazioni in atto sono un’occasione utile per ripensare non solo il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche i nostri investimenti nel capitale umano: se vogliamo un cambiamento che duri nel tempo, dobbiamo fare in modo che tutte le risorse – nelle loro differenze – siano coinvolte e valorizzate», commenta lapresidente di Valore D Cristiana Scelza, nel presentare la campagna #ValoreD4STEM già avviata lo scorso anno e che ritorna oggi con rinnovata ambizione. Il progetto prevede infatti un piano d’azione doppio:lavorarenell’immediatoper cambiare la cultura del Paesee offrire alle bambine nuovi modelli femminili a cui ispirarsi, indirizzandole verso la scelta di percorsi di studi tecnico-scientifici; e intervenire nel breve termine per rimediare alla carenza di risorseStem,valorizzando le professionisteche hanno già maturato esperienza in quest’ambito. All’interno della campagna, l’associazione si pone anche l’obiettivo di diffondere lebest practicesimplementate da alcune aziende a supporto della presenza femminile in ambito Stem. Tra quelle già adottate da 33 realtà appartenenti a 10 diversi settori economici figuranoiniziative per l’orientamento delle giovani generazioni, in particolare bambine e ragazze, versopercorsi Stem; iniziative direskillingeupskillingper la formazione e la valorizzazione delle risorse interne; azioni di retention per combattere attivamente l’abbandono del lavoro e la rinuncia alle aspirazioni di carriera delle donne Stem ed evitare la dispersione del talento. «Favorire una cultura d’impresa improntata all’inclusione e alla valorizzazione della diversità non è solo una questione di responsabilità, ma anche un vantaggio competitivo in termini economici per le aziende che sanno riconoscere il valore della parità e dell’inclusione come potenti leve di generazione di valore sul lungo termine», concludeCristiana Scelza.