Che cos’è il landfill mining?

Che cos’è il landfill mining?

 

Nel difficile contesto internazionale, tra le varie problematiche, lacrisi dellematerie prime -specialmente nell’ultimo periodo – è diventata centrale.La crisi russo-ucraina ha evidenziato il bisogno di alcuni Paesi – come il nostro – di avere una propriaindipendenza energeticaeuna strategia per reperire materie prime.Per superare tutto questo servono nuovi modelli economici, basati su tecnologie innovative e processi produttivi basati sull’economia circolare. Pensare di trovare quel che ci serve (materie prime) in quello che già abbiamo (rifiuti)è una delle strade da intraprendere: dalle discariche, infatti, è possibile estrarre risorse utili al ciclo produttivo. Questa tecnica si chiamalandfill mining- ourban mining(“estrazione urbana”) – econsente di ricavare dai rifiuti metalli e materiali preziosi che diventano poi materie prime secondarie. Landfill mining: che cos’è e come funziona? Illandfill miningè un processo virtuoso di recupero, nel ciclo rifiuti che riguardano innovative frontiere, ovvero l’estrazione di materiali pregiati dai vecchi rifiuti. Lediscarichecosì diventano vere e proprieminieredi rame, alluminio, acciaio e altri risorse preziose. A conferma di ciò, il reportRecovery of critical and other raw materials from mining waste and landfills- pubblicato dalJoint research center(Jrc) della Commissione europea – evidenzia come nelle discariche e nei depositi di scorie minerarie europee c’è unpotenziale inutilizzato di materie primestrategiche che aspetta solo di essere estratto. Per migliorare lo sviluppo delle procedure minerarie, si può per esempio attuare una separazione meccanica dei materiali: una parte può essere recuperata attraverso ilnew mining, ovvero l’estrazione che permette diriutilizzare irifiutiche altrimenti sarebbero stati smaltiti,per esempio con l’incenerimento. Discariche e gestione dei rifiuti La questionediscaricheegestione dei rifiutiè essere molto importante per nostro Paese e l’Europa, dove la messa in sicurezza e la bonifica di siti inquinati sono considerate misure importanti per la protezione di aria, terra e risorse idriche. Il destino delle sostanze inquinanti, dei meccanismi di trasporto e delle caratteristiche dei contaminanti sono parametri significativi per la progettazione dei sistemi di bonifica. Una forma di bonifica studiata già dagli anni ’90, ma che oggi sta riscuotendo interesse per la questione e la preoccupazione del ruolo delle discariche nella contaminazione degli acquiferi, potrebbe essere proprio illandfill mining.Questa tecnica potrebbe trovare un grande slancio, dal momento che consente di recuperare energia e materiale riportandolo a nuova vita. Da anni, infatti, l’Unione europea punta all’urban mining, l’estrazione urbana, un altro modo di chiamare ilprocesso virtuoso che consente diricavare dai rifiuti metalli e materiali preziosi che si trasformano inmaterie prime secondarie,entrando così nel processo dell’economia circolare. Questa tecnica è vista anche dall’Ue come un valido strumento perridurre la dipendenza dalle materie prime di importazione,soprattutto per evitare che alcuni Paesi possano monopolizzare e strumentalizzare le materie prime strategiche. Economia circolare dei rifiuti e landfill mining: una miniera da sfruttare I rifiuti, quindi, possono essere una risorsa fondamentale: dauna tonnellata di schede elettroniche si possono ricavare più di 2 quintali di rame, oltre 46 chilogrammi di ferro, quasi 28 di stagno e alluminio e circa 18 di piombo. Oltre a quantità minori di argento, platino e palladio. I rifiuti elettronici, in particolare, sono una vera e propria miniera di metalli rari e preziosi e sono in crescita secondo ilThe Global E-Waste Monitor 2020.Pensiamo solo a uno degli oggetti più utilizzati in assoluto, losmartphone, che al suo interno custodisce, tra gli altri, rame, argento, oro e platino, senza contare che la batteria a ioni di litio contiene cobalto e terre rare, ormai per antonomasia i “metalli delle nuove tecnologie”. Si stima chenel 2030 arriveremo a circa 75 milioni di tonnellate, ossia 9 chilogrammi pro capite prodotti ogni anno, ben 120 milioni di tonnellate nel 2050. Ogni anno finiscono in discarica oltre40 milioni di tonnellate dirifiuti elettronici, masolo il 20% circa viene riciclato a livello globale, anche se il tasso di riciclo europeo è del 42,5%. Si possono reperire materie prime secondarie anche da rifiuti urbani, scarti da costruzione e demolizione, discariche, veicoli fuori uso (una vettura a fine vita viene riciclata per circa l’85% dei suoi materiali). L’economia circolarepuò fare molto, quindi, anche nei settori dell’ediliziae dellecostruzioni, tra le principali fonti di emissioni di carbonio a livello globale. Illandfill miningpuò rappresentare in definitiva l’alternativa sostenibile allo sfruttamento delle risorse non rinnovabili. A livello globale, poco più dell’8% delle risorse provengono da riciclo e recupero. Occorre considerare però che il processo di estrazione delle risorse dai rifiuti prodotti va dalla raccolta alla caratterizzazione, dal trattamento al controllo di qualità, dal riciclo fino all’ottenimento delle materie prime secondarie. Per far questo bisogna ripensare i prodotti in chiave sostenibile. Per far ciò, è necessario quindiaumentarne la durabilità e renderli facilmente scomponibili, riparabili ericiclabili. Per ottimizzare questo processo è indispensabile dunque coinvolgere tutti i protagonisti del processo, dalle industrie ai ricercatori, dalle aziende di gestione e di recupero dei rifiuti ai decisori politici, fino ai cittadini. Se consideriamo lostudioWhat a Waste 2.0,che afferma che dal 2015 al 2025 avremo un incremento della produzione annuale di rifiuti urbani per persona pari al 18%, possiamo pensare e sperare che questa soluzione sia una vera miniera d’oro nel cuore delle nostre città. Il primo landfill mining è conGreenup In Italia ad avanzare unprimo progetto dilandfill miningè stata la societàGreenupdelgruppoInnovatec, nella discarica di rifiuti diBedizzolefra Brescia e il lago di Garda.Qui sigestisce il flusso di rifiuti, tra i quali gli scarti tessili, le batterie al piombo, le imbottiture di gommapiuma e gli pneumatici delle automobili smantellate, con icompattatori dalle ruote giganti in azione all’interno della discarica di rifiuti per trovare materie prime pregiate.