Un’industria a zero emissioni è possibile?

Un’industria a zero emissioni è possibile?

 

Ilcambiamento climaticoha spinto l’Europa e il mondo intero aripensare le loro priorità. Numerosi sono gli ostacoli da affrontare e le misure da prendere. Per questo l’Europa ha scelto di scendere in campo per avviare finalmente un processo ditransizione energetica. Nel 2019, è stato presentato alla Commissione europea, ilGreen Deal Europeo. Una nuova normativa europea che si pone come obiettivo quello diraggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con l’espressione neutralità climatica si intende:zero emissioni di gas a effetto serra, una crescita economica sostenibile e il potenziamento del rispetto verso le persone e l’ambiente. Questo tipo di economia viene chiamato ancheEconomia a zero emissioni nette. Per raggiungere tale obiettivo, l’Europa deve dimostrare di saper produrre tecnologie che portino a una vera e propria transizione verde. A gennaio 2023, alForum economico mondiale di Davosviene annunciato dalla PresidenteUrsulaVon Der Leyenil piano industriale del Green Deal – il Green Deal Industrial Plan -, che è stato ufficialmente presentato il 1 febbraio 2023. Il finanziamento per tale misura giungerà da un terzo dei 1800 miliardi del piano per la ripresaNextGenerationEue dal Bilancio settennale dell’Unione Europea. Il piano industriale è fondato suquattro pilastri. Quali sono? Un quadro normativo più semplice, ossia un quadro che sia adatto a una rapida diffusione della legge industriale basate su zero emissioni nette. La normativa si basa su autorizzazioni rapide che promuovono progetti strategici europei ed elaborano norme chesostengono l’espansione di tecnologie utili al mercato unico. Il quadro godrà dell’integrazione di una nuova normativa sulle materie prime critiche, ossia materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura, come a esempio leterre rare. In aggiunta sarà completato da una riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, in modo tale che i consumatori possano beneficiare deiminori costi delle energie rinnovabili. Il secondo, prevede un acceleramento degli investimenti e dei finanziamenti che mirano a produrre nuove tecnologie pulite in Europa. Tali finanziamenti pubblici mirano a sbloccare i grandi finanziamenti privati che sono necessari per una transizione verde. La Commissione prevede di consultare gli Stati membri affinché possano modificare il quadro temporaneo degli aiuti di Stato in caso di crisi e transizione, rendendo più semplice e veloce la concessione di aiuti. Ad oggi i maggiori finanziamenti si concentrano suRepowerEu,Invest Eue sulFondo per l’innovazione, ma l’obiettivo è quello di sbloccare ulteriori finanziamenti. Il terzo pilastro mira a un miglioramento delle competenze, al fine dicreare posti di lavoro di maggiore qualità e con migliore retribuzione. Questo è un elemento fondamentale del piano, dato che il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe interessare la transizione verde. A riguardo, per raggiungere le migliori competenze la Commissione prevede di istituire unAcademy per l’industria a zero emissioni, esaminando la possibilità di creare una combinazione tra un approccio che dia il giusto valore alle competenze (“skills-first” approach) e approcci esistenti basati sulle qualifiche. L’ultimo si fonda sullacooperazione globalee ilcontributo del commercio alla transizione verde. Tale commercio deve rispettare i principi della concorrenza leale e del commercio aperto. Pertanto, la Commissione prosegue nello sviluppo di una forte rete di accordi di libero scambio e di una solida cooperazione con i suoi partner. Il suo obiettivo rimane, inoltre, di salvaguardare il commercio unico da un commercio che non rispetti il settore delle tecnologie pulite. Gli obiettivi da raggiungere sono numerosi e prevedono anche la partecipazione di ognuno di noi. La Presidente Ursula Von der Leyen ricorda che il loro raggiungimento è essenziale, infatti: «Per le nostre imprese e i nostri cittadini, ciò significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in una produzione di massa, grazie a un quadro più semplice e più rapido. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie delle tecnologie pulite di crescere rapidamente».