Il Colorado River sta morendo

IlColorado Riverè il fiume simbolo della cultura americana, con il suo caratteristico colore rosso e i suoi 2.000 km che arrivano (anzi, arrivavano) a bagnare molti Stati della costa occidentale degli Stati Uniti. Ma orasta scomparendo,travolto dall’emergenza siccitàe dalle conseguenze delcambiamento climaticoche hanno già fatto precipitare il livello dell’acqua nei laghi. Il lago Meadsi è ridotto di due terzi, mentreil lago Powellsi sta lentamente trasformando in deserto. Una catastrofe senza precedenti per i due specchi d’acqua, fondamentali per la fornitura idrica ed elettrica diArizona, Nevada e California meridionalee per la sopravvivenza del fiume Colorado, già in ritirata e con livelli minimiche lasciano ormai intravedere il fondale, rimasto al sicuro per decenni sepolto da acqua profondo tra i 6 e i 250 metri. La ripartizione delle acque del fiume è stata negoziata per oltre un secolo dai 7 Stati del suo bacino -Wyoming, Colorado, New Mexico, Utah, Nevada, Arizona e California- nell’ambito di un organismo, ilColorado River Compact, istituito nel 1922. Tuttavia, l’attuale e gravissimaemergenza climaticaha ridotto notevolmente la portata del corso d’acqua, costringendo l’autorità federale a intervenire per correre ai ripari, prendendo in mano la situazione. Già nel 2021 era stata dichiarata unaprima crisi idrica; poi, solo un anno fa, era stato dichiarato unostato d’emergenzache aveva condotto a una richiesta formale, arrivata ai 7 Stati che fanno affidamento sull’approvvigionamento idrico del fiume, affinché elaborassero volontariamente, entro il 31 gennaio, unpiano per ridurrecollettivamente e volontariamentela quantità di acqua che attingevano, ormai incompatibile con la ridotta portata del Colorado. La riduzione doveva essereequivalente aun terzo del flusso medio annuodel fiume, da ripartire tra tutti gli Stati. Ma un accordo non c’è mai stato. Ora sonoscaduti i 2 ultimatumimposti a distanza di 6 mesi e i 7 Stati sembrano non essere ancora pienamente riusciti a raggiungere un accordo sulla limitazione dell’uso dell’acqua. In particolare, 6 dei 7 Stati del bacino del fiume Colorado hannoabbozzato una proposta congiuntasu come soddisfare la richiesta del governo federale e l’hanno presentata alBureau of Reclamation: secondo la proposta, in casi estremi verrà accettato un taglio dell’assorbimento di acqua pari al 75% di quanto richiesto dall’autorità e sarebbe più difficile per i maggiori consumatori di acqua: la California e l’Arizona. Come prevedibile, il problema alla possibile soluzione arriva dalpiù grande consumatore di acqua, laCalifornia, che ha deciso di non unirsi agli altri Stati, promettendo di presentare a stretto giro un piano tutto suo e di portata molto più limitata. Si rende, così, sempre più verosimile la prospettiva peggiore: il governo federale imporrà d’autorità, entro la fine dell’anno e per la prima volta, dei tagli all’approvvigionamento idrico. Tagli che coinvolgeranno più di40 milioni di americanie graveranno sulla fornitura elettrica domestica, oltre che sul settore industriale e agricolo. D’altronde, l’alternativa non c’è: bisogna smettere con urgenza di consumare più di ciò che viene messo a disposizione. Il disastro ecologico è alle porte: ilColorado River sta morendo.