Safer Internet Day: serve un’agenda digitale per i giovani

Safer Internet Day: serve un’agenda digitale per i giovani

 

Oggi si celebra ilSafer Internet Day, lagiornata mondiale per la sicurezza in Reterivolta alla tutela di bambini e adolescenti per un utilizzo sicuro e responsabile di Internet. Qualche numero IlrapportoTra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitalepresentato il 6 febbraio daTelefono AzzurroeDoxa Kids, sottolinea come oggi il 50% dei ragazzi intervistati tra 12 e 18 anni dichiara di passaredalle 2 alle 3 ore al giorno sui social e chattando, mentre il 14% dalle 4 alle 6 ore giornaliere, il 4% più di 6 ore e il 3% è sempre connesso. Più significativo come il27% dei ragazzi– 29% nel range di età dai 15 ai 18 anni – afferma che si sentirebbeansioso o agitato senza l’utilizzo dei social: il 10% in più di quanto rilevato nel 2018 (17%). Ma a far riflettere sono soprattutto le paure legate a situazioni sulle quali non hanno il controllo. Oltre il70%degli intervistati teme che i dati condivisi vengano utilizzatisenza il loro consenso, mentre il65%teme di esserecontattato da estranei adulti, percentuale che sale al 70% per le ragazze e i giovani tra 12 e 14 anni. Altre preoccupazioni sono ilbullismo(57%), la condivisione eccessiva (oversharing) didati personali(54%), la visione dicontenuti violenti(53%) osessualmente espliciti(45%), l’invio di contenuti di cui ci si potrebbe pentire (36%), lespese eccessive(19%) e ilgioco d’azzardo(14%). Infine quasi1 ragazzo su 2– 48% e 53% nel caso di ragazzi 15-18 anni – si è imbattuto incontenuti online poco appropriati, e nel 25% dei casi i contenuti apparsi li hanno turbati e impressionati. Il 19% dei ragazzi ha cercato di controllare e limitare i contenuti sui social senza riuscirsi. Safer Internet Day Avviato nel 2004 nell’ambito del progettoSafeBordersfinanziato dall’Unione europea, ilSafer Internet Dayè stata ripreso l’anno successivo daInsafe, il network europeo dei Centri nazionali per la sicurezza in rete (Sic), e oggi viene celebrato in circa 200Paesie territori in tutto il mondo grazie al sostegno della Commissione Ue. In Italia ne è responsabile il progettoSafer Internet Centre – Generazioni Connessecoordinato dal Ministero dell’istruzione e del merito (Mim), ex Miur, col partenariato di alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in Rete. Tra queste l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, la Polizia di Stato, il Ministero per i beni e le attività culturali, gli atenei di Firenze eLa Sapienzadi Roma,Save the Children Italia,Telefono Azzurro, la cooperativaEdi onlus, Skuola.nete l’Ente autonomoGiffoni Experience. Le iniziative Diverse le iniziative in programma, a partire da quellapromossadal Mim che si svolgerà oggidalle 9:30 alle 13:00presso leOfficine FarnetodiRomaalla presenza di100 studentie del ministro dell’Istruzione e del Merito GiuseppeValditara. Tutte le scuole interessate potranno seguire l’evento indiretta streamingsulcanaleYouTube del Ministero e sul portale diGenerazioni Connesse. A coinvolgere le istituzioni sarà ancheTelefono Azzurro, che nella stessa mattinata siconfronteràcon le istituzioni presso il Palazzo dei gruppi parlamentari nel corso dell’eventoVerso un’agenda digitale per l’infanzia e l’adolescenzaper discutere dellemetodologie di attuazione delle legislazioni in materia di protezione e tutela di bambini e adolescenti nell’ambiente digitale. «Serve una condivisione seria e profonda di competenze, idee, investimenti, che veda protagoniste le Istituzioni, le agenzie educative – in primis la scuola – le famiglie, il mondo del non profit e il network di soggetti che a livello internazionale si occupano di tutela dell’infanzia», ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente diTelefono Azzurro.«È ormai urgente – ha aggiunto – mettere in campo e rafforzare forme di collaborazione, progetti comuni, occasioni di confronto, traducendo in maniera tempestiva nella realtàstrumenti concreti di tutelae di educazione per bambini e adolescenti». I comportamenti a rischio A partire dal 2014,Generazioni Connesseha realizzato unvademecumpensato come unaguida operativa per genitori, insegnanti e operatoridedicata alcyberbullismo, ai sitipro-suicidio,pro-anoressia e pro-bulimia, ai videogiochi e algioco d’azzardoonline, allapedopornografiae all’adescamento online, ai rischi legati al commercio digitale e alla dipendenza da Internet. Ma esistono anche pratiche più sottili, che oggi rischiano di essere normalizzate all’interno delle dinamiche relazionali. Un sondaggio promosso dalMovimento Giovaniper Save the Childrenha rilevato come il42,2%del campione – quasi 1.000 giovani tra i 18 e i 25 anni – riferisce di avere avutoun’amica o un amico che ha vissuto una qualche forma di violenza onlinenella relazione,soprattutto rispetto alla sfera del controllo personale. Tra i comportamenti più frequenti la creazione di unprofilo social falsoper controllare il partner (73,4%),telefonate o messaggi insistentiper sapere dove si trova e con chi è (62,5%), ilcontrollo degli spostamentie delle persone con cui si trova (57%), l’impedire al partner di accettare alcune persone tra le amicizie sui social (56,2%), ma anche il fare pressioni affinché il partner invii suefoto sessualmente esplicite(55,1%) ominacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti (40,6%). Dati che sono confermati anche dal reportNavigare senza bussoladell’organizzazioneWeWorld: 1 adolescente su 3, infatti, dichiara di controllare regolarmente il cellulare del partner. Per questoSave the Childrenha promosso la campagnaLo hai mai fatto?contro laviolenza di genere onlinetra adolescenti, nato dalla partecipazione dei gruppiSottoSopradel Movimento giovanile di Venezia e Reggio Calabria al progetto europeoDate(Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence). «La pretesa di controllare in ogni momento spostamenti, abbigliamento, contatti e amicizie, o la violazione della privacy e il ricatto delle immagini intime sono forme di violenza che colpiscono soprattutto le ragazze», ha spiegato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa diSave the Children Italia. «È necessario che gli adulti così come gli adolescenti acquisiscano piena consapevolezza di questi comportamenti, senza minimizzarli – precisa Milano – Per questo motivo, è importante promuovere percorsi di sensibilizzazione rivolti ai genitori, così comeintegrare nei programmi scolastici l’educazione all’affettivitàe una formazione specifica per docenti e studenti sull’utilizzo responsabile ed etico degli strumenti digitali anche nelle relazioni di coppia».