Nasa: il nuovo razzo a propulsione nucleare per raggiungere Marte

Raggiungere Marte sfruttando la potenza nucleare. È l’opzione sul tavolo dellaNasa-l’Agenzia spaziale statunitense -a lavorosu un sistema di propulsione perridurre sino a un terzo il tempo di percorrenza tra la Terra e il pianeta rosso. Bypassando, così, ogni ostacolo che la lunga distanza frappone a una missione umana. Il progetto denominatoDraco(Demonstration rocket for agile cislunar operations), è frutto di un accordo di collaborazione siglato da Nasa eDarpa(Defense advanced reserarch project agency), l’agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzata per la difesa – già unite per importanti missioni, come la produzione del razzo Saturno V delle missioni Apollo – ed è stato reso noto durante loSciTech Forum and Expositiondell’American Institute of Aeronautics and Astronautics(Aiaa). Il piano è disfruttare l’energia sprigionata dalla fissione nucleare per alimentare il razzo, impiantando un reattore a fissione, usato per generare temperature elevatissime. Il funzionamento dei razzi, infatti, si basa sulprincipio di azione e reazione: una volta prodotta la combustione, il gas viene espulso verso il basso attraverso degli ugelli, generando la spinta del razzo verso l’alto. Il meccanismo alla base del motore termonucleare immaginato dal progetto Draco sfrutta lo stesso principio. Con la differenza sostanziale dell’utilizzo dell’energia prodotta dalla fissione nucleare al posto della reazione chimica tipica del funzionamento dei razzi usati regolarmente per produrre la spinta. Questa variante – secondo lestimedella Nasa – dovrebberidurre di almeno tre volte il tempo di percorrenzaoccorrente con la propulsione chimica tradizionale. E, contestualmente, consentirebbe la riduzione dei costi (a causa della necessità di effettuare meno rifornimenti) e soprattutto dei rischi per gli astronauti. La possibilità di usare il nucleare per lanciare il razzo, a detta dei team coinvolti, sarebbe una rivoluzione. Da attuare, secondo programma, entro il 2027. Anche se – è bene ricordare – progetti di questo tipo sono risalenti nel tempo. Studi sulla propulsione nucleare, infatti,risalgonogià agli anni ’50 del secolo scorso. E sono eredità delle sperimentazioni avviate durante la Guerra Fredda da entrambi i poli del confronto, Usa e Unione Sovietica, ma mai portate a termine a causa dell’impossibilità di superare i problemi nella schermatura dell’equipaggio dalle radiazioni e dai rischi legati alla fissione. Un primo progetto – denominato Rover – risale al 1955 ed è stato seguito daNerva, un progetto lanciato negli anni ’60 e che ha testato con successo un motore sperimentale, per poi arenarsi – prima che si svolgessero i test di volo del motore – nel 1973, a causa di una progressiva riduzione dei fondi investiti. Ora, l’idea del nucleare torna in auge e rimbalza su più tavoli. Oltre al progetto Draco, l’ipotesi del nucleare per alimentare un razzo è contemplatanel programma Innovative Advanced Concepts (NIA) della Nasache promette di arrivare su Marte in appena 45 giorni. In più, visti i programmi spaziali dei prossimi anni,a dettadella direttrice della Darpa, Stefanie Tompkins, un vantaggio ulteriore nell’utilizzo del nucleare potrebbe essere prodotto per la velocizzazione del trasporto dei carichi anche sulla Luna. «La capacità di ottenere progressi straordinari nella tecnologia spaziale attraverso il programma di propulsione termonucleare Draco sarà essenziale per il trasporto più efficiente e rapido dei materiali sulla Luna e delle persone su Marte». Ottimismo a parte, le incognite restano tante. Tra tutte quelle riguardanti la sicurezza, alla base della interruzione dei programmi avviati più di cinquanta anni fa e inevitabilmente dei problemi che dovranno essere risolti anche oggi.