Iran: amnistia (a metà) o propaganda?

In occasione del44esimo anniversario della Rivoluzione, la guida suprema della Repubblica islamicaAli Khameneiha deciso diaccordare la grazia eridurre la penaad alcuni detenuti, tra cui anche le persone arrestate durante leproteste iniziate il 16 settembre scorso. Secondo imedia statalisi tratta di una proposta avanzata in una lettera dal capo del potere giudiziarioGholam-Hossein Mohseni-Eje’ie accolta dalla guida. Mohseni-Eje’i ha evidenziato come la maggior parte dei manifestanti siano molto giovani e ha esortato Khamenei a perdonarli perché sono stati «ingannati dallapropaganda straniera» e hanno espresso rimorso per le loro azioni. La grazia o la riduzione della pena dovrebbero essere applicate a coloro chenon sono stati accusati di spionaggioa favore di agenzia straniere, di averecontatti diretti con agenti stranieri, di aver commessoomicidivolontariamente, di averdistrutto proprietà dello statoo di essere stati querelati da un privato. Alcune diqueste imputazioni, però, vengono applicate in maniera del tutto arbitraria: a esempio, è sufficiente postare un video sui social per essere accusati di collaborazione con nemici stranieri o inviare un messaggio a un utente in un altro paese per essere considerati spie. Il provvedimento non sarà applicabilenemmeno ai detenuti con doppia cittadinanza. La magistratura di Teheran ha inoltre specificato chela grazia non verrà concessa ai «principali leader delle rivolte», accusati dei reati dimoharebeh(guerra contro Dio) emofsed-e-filarz(corruzione sulla Terra). Il segretario dell’Alto Consiglio dei Diritti Umani (Sitad-e Heqâvâq-e Beshir)Kazem Gharibabadihaespressosoddisfazione per la decisione della guida, considerata come un’«iniziativa senza precedenti». Secondo Gharibabadi si tratterebbe di unaprova della popolarità e della clemenza del governodella Repubblica islamica, oltre che di un grande avanzamento nella tutela dei diritti umani. Secondo altre analisi si tratterebbe invece di una mossa perripulire l’immagine delle autorità iranianedopo mesi di repressione violenta contro i manifestanti. SecondoIran Internationalpotrebbe anche essere un tentativo perincentivare i dissidenti a chiedere perdonosenza bisogno di ricorrere atorture e false confessioni. Queste pratiche sono ormai prassi nelle carceri iraniane, che si ritrovano ad affrontare anche il problema delsovraffollamentodovuto agli arresti di massa. Sarebbero più di19.600 le persone arrestatedurante le proteste e almeno527 quelle uccise. Diversi media hanno riportato che «decine di migliaia di persone» potrebbero beneficiare della grazia, ma al momentonon è stato reso noto un elenco di nomi dei prigionieriné chiarito quanti saranno effettivamente interessati dal provvedimento. Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore dell’Ong basata a OsloIran Human Rights,ha affermatoche «il perdono di Khamenei è solo propaganda» e che non includerebbe i manifestanti accusati direati punibili con lapena di morte. Amiry-Moghaddam chiede che tutti i detenuti vengano rilasciati e che le autorità rispondano per la repressione e per le violenze degli ultimi mesi.