Il 74% degli italiani ha paura per il futuro dell’ambiente

Il 74% degli italiani ha paura per il futuro dell’ambiente

 

Secondo ilFuture Consumer Indexdella societàEy- report che monitora i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori – gliitalianirientrano tra le persone che si preoccupano maggiormente per il futuro e, più dettaglio, per l’ambiente, con una percentuale del74%contro una media globale del 65%.Sopra la media anche per quanto riguarda le preoccupazioni relative alclimate change(63% contro il 43%). L’Italia, infatti, relativamente al tema dellasostenibilità,occupa il secondo posto tra i 24 Paesi che sono stati analizzati, preceduta soltanto dalla Cina. Le preoccupazioni, però, emergono anche in ambito finanziario. Ilclima geopoliticodell’ultimo anno, infatti, con le conseguenti ripercussioni economiche, hanno contribuito amodificare il comportamento dei consumatori. Il 73% pone in cima alla lista delle proprie paure l’aspetto economico – a causa dell’aumento per l’inflazione – mentre scendono quelle relative alla pandemia. Questo ha, inevitabilmente, portato i consumatori arisparmiarequanto più possibileed evitare ogni tipo di spreco. L’aumento dei prezzi sembra avere in parte rafforzato l’attenzione che le persone hanno verso la sostenibilità: si preferisce consumare “bene” epuntare sulla qualità, anziché sulla quantità.Non a caso, l’85% cerca di ridurre il più possibile lo spreco alimentare. Ma l’attenzione allo spreco e alla sostenibilità non si riscontrano soltanto in ambito alimentare. In questo senso sono emblematiche le parole di Stefano Vittucci,Retail & Consumer Products Leader diEyin Italia: «Emerge anche una maggiore accettabilità sociale legata amodelli di consumo come il second hand e il riuso.Una tendenza che le aziende, non più solo del lusso, hanno intercettato e sulla cui gestione ci chiedono un supporto, soprattutto lato retail». Lamoda sostenibile, per esempio, per moltissimi italiani sta diventando una priorità: si preferisce riutilizzare ciò che già si possiede e molti puntano sulvintageo sui capi di seconda mano. Rispetto al passato, si registra un incremento deicomportamenti responsabilipercontenere l’impatto ambientale.Sicuramente, uno dei motivi è che esiste molta più informazione riguardo il tema, ma il merito è anche delle aziende che si impegnano a favorire acquisti a basso impatto ambientale. Un esempio? Il 32% degli italiani che ancora non ha acquistato una macchina elettrica afferma di volerne comprare una da oggi a 3 anni, mentre il 31% di voler acquistare, in futuro, molti più prodotti di seconda mano.