Peak inflation, ci siamo arrivati?

Peak inflation, ci siamo arrivati?

 

Perpeak inflationintendiamo il punto più alto nel livello diinflazione(dopo il quale, l’inflazione solitamente scende). La buona notizia è che lo stiamo raggiungendo. E, di conseguenza,i mercati borsistici si stanno riprendendo. Secondo i dati forniti dall’Istat, sia in Italia che in Europa l’inflazione sta rallentando e l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivitàha registrato un aumento dello 0,2%su base mensilee del10,1% su base annua(da +11,6% del mese precedente). LaFederal Reserveammette che, anche se l’inflazione sta calando, resta ferma nella sua decisione di non voler rischiare la recessione e alza ancora i tassi dello 0,25%, portandoli ai massimi dal 2007. Inoltre, ha fatto sapere che ha in programma ulteriori rialzi, almeno all’appuntamento con il prossimo vertice di marzo, ipotizzando che raggiungeranno la vetta del 5-5,25%. LaBanca Centrale Americanaha affermato che non si può fare diversamente, perché anche se l’inflazione ha rallentato, resta pur sempre alta. La flessione dell’inflazione si deve principalmente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi deiBeni energetici regolamentati(da +70,2% a -10,9%), degli alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%) e deiServizi ricreativi, culturali e per la cura della persona(da +6,2% a +5,5%). L’inflazionedi fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,8% a +6% e quella al netto dei soli beni energetici è rimasta stabile a +6,2%. Nell’Eurozona, invece, l’inflazione dovrebbe attestarsi all’8,5% a gennaio, in calo rispetto al 9,2% di dicembre, secondo la stima flash diEurostat. La Fed, inoltre, fa sapere che i continui rialzi servono per arrivare a una posizione di politica monetaria sufficientemente restrittiva per riportare nel tempo l’inflazione al 2%. Nonostante questo, i prezzi di alcuni beni alimentari basehanno continuato la loro ascesain Europa e tra questi abbiamo:zucchero, farina e burro. Da nessun’altra parte del mondo si sono visti aumenti come quelli che sta vivendo in questo momento lo zucchero: in Francia si sta pagandoil 23% in piùrispetto allo scorso anno, in Italia e Spagnail 51%e in Germaniail 63%. Ma perché lo zucchero sta aumentando cosi tanto? In parte si può dare la colpa a unascarsa raccoltae all’estate calda e secca. Secondo il più grande produttore del continente,Südzucker, l’area dedicata alla produzione di barbabietole da zuccheroè diminuita del 4% nello scorso annoe fare lo zucchero dalle barbabietoleconsuma molta energia. Inoltre la maggior parte delle fabbriche è alimentata a gas e quindi, la diminuzione delle esportazioni verso l’Europa, da parte della Russia, ha spinto il passaggio ad altri carburanti, creando costi aggiuntivi e destinati a crescere. Nel corso di questi ultimi due anni si sono vissuti molti alti e bassi sotto il punto di vista economico, e molti economisti si sono confrontati duramente sui prezzi dei beni. Per valutare il potere d’acquisto tra i diversi Paesi e la sopravvalutazione o sottovalutazione delle valute, si può usare ilBig Mac Index. Questo strumento è stato inventato nel 1986 dalThe Economiste serve per misurare la parità del potere d’acquisto, un concetto economico che si basa sull’idea che il tasso di cambio tra due Paesi dovrebbe essere uguale al rapporto tra i rispettivi poteri d’acquisto. Questo panino rappresental’insieme di affitto, elettricità e lavoro, così come dicarne, pane e formaggio, e dato cheMcDonald’sè una delle più grandi aziende al mondo e il Big Mac è ampiamente disponibile a livello globale, si presta perfettamente come base di confronto. a esempio, un Big Mac costa 24,40 yuan in Cina e 5,81 dollari negli Stati Uniti. Confrontando il tasso di cambio implicito con il tasso di cambio effettivo, si evince come lo yuan sia sottovalutato del 34%. Nell’Eurozona, il prezzo del paninoè aumentato del 14% negli ultimi due annie in Gran Bretagna del 15%.The Economistcontinua a fare questi confronti dall’86 e rileva sempre grandi differenze del costo del Big Mac in diverse parti del mondo. I prezzi possono anche aumentare più velocemente in un Paese, rispetto che a un altro, ma con la lunga inflazione non è stato questo il caso e dal 2020 i prezzi non hanno fatto altro che salire. Negli ultimi anni, per esempio,il Venezuela ha conosciuto il più grande aumento dei prezzi degli hamburger, con il costo che è salito diquasi il 250% dal 2004. IlBig Mac Indexha molti difetti, ma funge da buon punto di partenza per comprendere la parità del potere d’acquisto e rende la teoria economica più facile da digerire.