FMI: niente recessione globale

IlFondo Monetario Internazionale(Fmi)spazza via le preoccupazionidi unarecessione globaleaumentando le stimerispetto ai dati pubblicati a ottobre 2022. Negli ultimi anni abbiamo assistito a momenti particolarmente difficili: l’inflazione crescente, ilconflitto Russia-Ucrainae il peggioramento della situazione pandemica in Cina avevano fatto temere gli economisti di tutto il mondo per il futuro della nostra economia. Tuttavia la riapertura dei confini cinesi ha rappresentato l’ulteriore tesserina in un puzzle prospettico in netto miglioramento. IlPil globale del 2022 si è chiuso con una crescita del 3,4%, al di sotto della media storica del 3,8% tra il 2000 e il 2019, ma comunque con 0,2 punti percentuali in più rispetto alle attese delWorld Economic Outlook(Weo) di ottobre. Anche le prospettive future ci fanno tirare un sospiro di sollievo:il 2023 dovrebbe registrare un +2,9%e il 2024 un + 3,1% sul Pil globale. Al tempo stesso l’inflazione dovrebbe decrescere passando dall’8,8% del 2022 al 6,6% nel 2023 e al 4,3% nel 2024. SecondoPierre-Olivier Gourinchas, direttore della Ricerca del Fmi ha affermato «la lotta contro l’inflazione sta iniziando a dare i suoi frutti, ma le banche centrali devono proseguire i loro sforzi, l’economia globale è pronta a rallentare quest’anno, prima di rimbalzare il prossimo anno». Tuttavia, per tornare a una situazione di stabilitàsarà necessario attendere il 2024/2025. Per questo, per aiutare le famiglie nell’anno in corso è imprescindibile l’assunzione di misure adeguate e temporanee da parte dei governi. Tra le economie avanzatela crescita maggiore è attesa in Giappone(+1,8%), in Canada (+1,5%) e negli Stati Uniti (+1,4%). Bene anche per la Cina che nonostante non abbia raggiunto le aspettative del 2022 – che la proiettavano a un +3,2% quando invece ha chiuso l’anno con un +3% netto – migliora le attese del 2023: si calcola una crescita del Pil di 5,2 punti percentuali. Quest’ultima insieme all’India – che prevede un +6,1% per il 2023- potrebbero rappresentare il vero motore dell’economia globale. Più rosea appare anche la situazione perl’Eurozona che registra 0,2 punti percentuali in più rispetto a Ottobre 2022. Il nostro Paese vedrà una crescita di 0,8 punti percentualinel 2023 passando dalla previsione di un valore negativo (-0,2%) a uno positivo (+0,6%). Si prospetta, inoltre, una crescita ulteriore nel 2024 arrivando a un +0,9%. Una crescita sicuramente lenta quella del Pil tricolore, anche in relazione ai trend degli anni passati, ma che ci dona una boccata di speranza rispetto ai calcoli precedenti. A livello europeo è pressochéimmobile la crescita della Germaniache segna solamente un +0,1% nel 2023, rimangono, invece, invariati i valori previsti per la Francia (+0,7%), mentre il Regno Unito registra una decrescita di 0,9 punti percentuali rispetto al Weo di ottobre passando da +0,3% a -0.6%. Segnali positivi nel nostro Paese anche sul livello occupazionale dovesi è raggiunto il 60,4% di occupati. Numeri che, tuttavia, sottolineano il sempre presenteproblema di genere:su 334.000 nuovi assunti solo 38.000 sono donne. Ulteriore ostacolo da gestire è ildivario tra prezzi e salariche continuano ad allontanarsi sempre di più. Mentre i prezzi registrano una crescita media dell’8,7%gli stipendi sono aumentati solamente dell’1,1%, mostrando un area di criticità che necessità di interventi mirati. Rispetto a quando il Presidente Meloni è stato eletto le carte in gioco sono cambiate permettendo una maggiore distensione. Tuttavia, le stime sono sempre stime e qualsiasi obiettivo dovrà essere raggiunto e mantenuto con politiche adeguate. Per questo motivo decisivo sarà ilDocumento di Economia e Finanzache verrà definitivamente pubblicato alla fine di Marzo.