A quanto pare 2 stupri valgono meno di 7 anni

A quanto pare 2 stupri valgono meno di 7 anni

 

Alberto Genovesel’ha fatta quasi franca. Il pluri stupratore ed ex imprenditore infatti, era stato condannato con rito abbreviato a 8 anni e 4 mesi peraver violentato 2 ragazze,a Milano e Ibiza, ma in questi giorni ha rinunciato all’appello, eper effetto dellariforma Cartabiaappena entrata in vigore,ha beneficiato di uno scontoimmediato di un sesto della pena, diventata quindi dicirca 7 anni. Non solo: considerando il periodo di detenzione già effettuato prima della sentenza e i vari sconti per buona condotta, basterannopochi mesi dietro le sbarree, quando la pena scenderà sotto i 4 anni, potrà chiedere l’affidamento terapeutico in una struttura di recuperoper tossicodipendenti (dove si trova tuttora). 7 anni sulla carta, molto meno nella realtà.Questo valgono le vite spezzate di 2 ragazze che molto probabilmente non si riprenderanno mai del tutto da quel che è successo loro, in quellaTerrazza Sentimentonel cuore diMilano- divenuta ormai celebre anche per chi di Milano non è – e in una villa extra lusso nella sfarzosa Ibiza. La diciottenne abusata e seviziata per ore nell’attico lombardo nel 2020 ricorda poco di quella notte ma le telecamere sparse ovunque nella casa dell’orrore lo hanno fatto per lei, documentando l’indicibile:violenze sessualidi ogni genere da parte di Genovese,introduzione nel corpo di oggetti,somministrazione di droghee accanimento su un corpo e una mente non in grado di rispondere ad alcuno stimolo, figuriamoci di dire di no. Quelle immagini sono state scandagliate dalla polizia ma anche dai media, che in più di un’occasione hanno quasi sperato di trovare anche in un solo frammento il più piccolo accenno diconsensualità. Un gesto, uno sguardo. Ci hanno provato e in parte ci sono riusciti,dando la colpa alla droga, all’alcol,alla circostanza non adatta a una ragazza così giovane. Unadelegittimazione continua della vittima, sfociate nella sentenza che di fatto sostiene non sia successo nulla o quasi. Sì ok, un reato (anzi due) c’è stato ma vale solo 7 anni. E lui è un uomo tanto fragile, fa uso di droghe per colmare un vuoto interiore. Poi scusa, ragazzina, cosa ci sei andata a fare a una festa di adulti? E tu in quella villa a Ibiza? Tutti a chiedersi perché Cappuccetto Rosso sia andata nel bosco, senza inchiodare il lupo alle sue responsabilità. Io poco più che ventennesono finita con un paio di amiche a una cena in una villacon piscina di ultra quarantenni (l’età dei nostri genitori all’epoca). Non ricordo perché, so solo che doveva essere una festa ma alla fine eravamo meno di 10. Non successe nulla ma sicuramente non eravamo state invitate per chiacchierare ese la serata fosse degenerata,la prima domande che ci avrebbero fatto tutti sarebbe stata:«ma cosa ci siete andate a fare»?E non: «come hanno potuto farvi questo»? Per non parlare delle tante uscite alcoliche ai tempi dell’università. A me fino a oggi è andata bene, a tante ragazze è andata bene, ma la verità è checi siamo trovate tutte, chi più chi meno,in situazioni dipotenziale pericolo.La colpa però non è nostrae nessuno dovrebbe sottintenderlo. Tanto meno itribunali. Eppure storie di questo tipo riportano sempre allo stesso punto:le donne in qualche modo se la vanno a cercare.Se è vero che le sentenze sono sempre da rispettate è impossibile in questo casonon sentirsi indignatedi fronte a un sistema che non tutela abbastanza, e spesso per nulla, la donna che subisce violenza. Ma al contrario èindulgente con l’uomo che la commette, ancor di più se ricco e con una posizione sociale rilevante, come nel caso di Genovese, che continua a essere descritto come l’imprenditore illuminato padre di un’azienda di successo. Ogni anno il 25 novembre ci si trova a fare la conta annuale deifemminicidie delle violenze subite dalle donne, riempendosi la bocca di parole vuote e slogan buoni per la carta dei cioccolatini ma a cosa serve tutto questo se18 ore vi abusi valgono meno di 7 anni di carcere?