Tecnologia: donne e minoranze più colpite dai licenziamenti

Ledonnee i lavoratori diorigine latinahanno subito rispettivamenteil 46,64% e l’11,49% deilicenziamentiche hanno interessato l’industria tecnologica tra settembre e dicembre 2022, mentre questi segmenti rappresentano rispettivamente il 39,09% e il 9,96% dell’intero settore. A rilevarlo èRevelio Labs, una società di analisi dei dati nel mercato del lavoro che ha incrociato il monitoraggio dei licenziamenti nelle società tech realizzato daLayoffs.fyie il databaseParachutesulla forza lavoro espulsa dai recentiridimensionamenti del personalerealizzato dell’agenzia di reclutamento Rocket. Segno che donne e minoranze stanno ricevendo in modo più duro il contraccolpo della recentecrisidella Silicon Valley, che negli ultimi mesi ha visto protagonisteBig TechcomeGoogle,Meta,Amazon,Twittere Microsoft in un’ondata di licenziamenti senza precedenti per numeri emodalità. Un’evidenza nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni da alcune di queste aziende per migliorare i propri parametri didiversità, equità e inclusione(Dei). Nel suo ultimorapporto sulla diversità, a esempio,Metaafferma che tra il 2019 e il 2022 l’azienda haraddoppiato il numero di dipendenti donne, neri e ispanici. Tuttavia le donne rappresentanoancora il 37,1% della forza lavorocomplessiva contro il 62,9% degli uomini, percentuale che scende al 36,7% per iruoli di leadershipa dispetto del+6,7%registrato rispetto al 2018. Neri e ispanici, invece, rappresentano rispettivamente il 4,9% e il 6,7% del totale a fronte del 46,5% di dipendenti asiatici e del 37,6% di bianchi. Neiruoli di comando, questi ultimi sono però il 57,6%, pur con undecremento del 12,1% rispetto al 2018, quando erano il 69,7%. Insommai numericresconoma non abbastanza, e ciò dipende anche dal fatto che molti di questi dipendenti vengonoimpiegati nei reparti piùvulnerabili. ComespiegavalaHarvard Business Reviewgià nel 2016, «le aziende in modalità di taglio del personale vedono i ruoli che le donne e le minoranze tendono ad avere come sacrificabili». «Se sono entrati nella dirigenza – spiega lo studio condotto daAlexandra Kalevsu oltre 800 aziende statunitensi – per la maggior parte sono dilivello junior o medio, nominati di recente o lavorano in aree come lerisorse umane, gliuffici legalie lepubbliche relazioni, funzioni che sono vantaggiose ma che di solito non vengono percepite come fulcro dell’attività». A dicembre,Twitterè finita al centro di una causa legaleintentatada due ex dipendenti presso la corte federale di San Francisco con l’accusa di averlicenziato il 57% delle donne a fronte del 47% degli uomini, divario che per le mansioni di ingegneria salirebbe a 63% contro 48%. Inoltre secondo Donald Tomaskovic-Devey, professore di sociologia presso l’Università del Massachusetts che ha studiato i dati sulle pari opportunità di lavoro negli Stati Uniti per il periodo 2008-2016,solo il 7% delle aziende tecnologiche sta attivamente cercando di diversificare la propria forza lavoro. «Se non hai una forza lavoro diversificata, otterrai tecnologie che esacerberanno le disuguaglianze nella nostra società», ha dichiaratoSarah Kaplan, direttrice dell’Institute for Gender and the Economypresso la Rotman School of Management dell’Università di Toronto. «Dovremmo preoccuparci del fatto che il settore tecnologico non sia diversificato – ha aggiunto – perché sta creandotecnologie che danno forma alle nostre vite».