Novità in arrivo perPoste Italiane: il progettoPolis,in linea con il Pnrr, inizia a prendere forma. È statopresentato lunedì 30 gennaio al Centro Congressi La Nuvola dell’Eur, a Roma, alla presenza di oltre 5.000 sindaci e non solo. Erano presenti anche rappresentanti politici, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Qual è l’obiettivo di questo progetto? Favorire lacoesione economica, sociale e territoriale del Paesee il superaredigital divide, ovvero il divario tra chi ha accesso a Internet e chi no, nei piccoli centri e nelle aree interne. Inoltre, si propone di creare unosportello unicotramite il quale semplificare l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Il progetto vale 1,12 miliardi di euro ed èfinanziato in parte dalPnrr(800 milioni) e in parte dalla stessa azienda Poste Italiane (320 milioni). I cittadini potrannorichiedere alcuni documenti e certificatiutilizzando i totem digitali o gli sportelli automatici posti all’esterno degli uffici postali e accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Entriamo nel dettaglio: quali sono i certificati e i documenti che potranno essere richiesti con questa nuova modalità? Si potranno richiedere, per limitarci ai principali, lacarta d’identità elettronica, il passaporto, il duplicato della patente, diversi certificati di stato civile e anagrafici(nascita, morte, matrimonio ecc.), i cedolini dellapensione, laprenotazione tramite Cupregionale, esenzione o esonero dalcanone Rai, Isee. I lavori diristrutturazione e adeguamento degli uffici postalisono partiti tra ottobre e novembre 2022, entro febbraio 2023 saranno, inoltre, aperti 230 cantieri ed entro la fine dell’anno partiranno i lavori in circa 1.500 sedi. L’obiettivo è inserire questo servizio incirca 7.000 comuni italiani con meno di 15.000 abitanti entro il 2026, intanto entro marzo apriranno 40 uffici postali. «Ma se lo Stato deve raggiungere tutti, ed è lo scopo diPolis, l’ottica cambia radicalmente perchécome Stato non ti puoi permettere di lasciare indietro nessuno. Quindi devi avere un soggetto che ti consenta di raggiungere fisicamente tutti. E questo soggetto non può che essere Poste Italiane, perché richiede una interazione fisica che altri non sono in grado di offrire», ha dichiarato da Matteo Del Fante, amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, che ha voluto sottolineare come questo progetto sia fondamentale perazzerare le distanzee garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini. Il progetto promette diraggiungere circa 16 milioni di persone, che in questo modo si avvicineranno sempre di più allo Stato: «Contribuirà a colmare il fortegapinfrastrutturale tra città e piccoli centri offrendo servizi essenziali con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini», così ha spiegato Maria Bianca Farina, Presidente di Poste Italiane. Sulla stessa linea si colloca anche l’intervento della Presidente del Consiglio Meloni, che ha sottolineato che con questo progetto «noi vogliamo unire l’Italia, rafforzare i legami tra le comunità, garantire a tutti i cittadini indipendentemente da dove vivono e lavorano lo stesso diritto ad accedere ai servizi in modo semplice e veloce. Una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti», garantendo una totale collaborazione tra azienda e Stato. Anche ilPresidente della Repubblica Sergio Mattarellaha voluto evidenziare l’importanza di questoprogetto di inclusione e coinvolgimento dei piccoli comuni: «è un’Italia fondamentale, che copre l’80% del nostro territorio e quindi una parte decisiva dell’Italia.Decisiva per lo sviluppo e l’equilibrio». Come è stato rimarcato dalla Presidente di Poste Italiane, ma anche dalla Presidente del Consiglio, l’Italia ha un problema fondamentale: il divario territoriale e sociale che è presente nelle diverse zone della penisola. La disuguaglianza, infatti, non è soltanto presentetra Nord e Sud, ma c’è unforte divario anche tra aree urbane e aree rurali, queste ultime molto spesso lontane da servizi essenziali. Molto spesso, i residenti nei piccoli comuni non sono tutelati e sonocostretti a percorrere lunghe distanze per i servizi essenziali. Questo limite è emerso, soprattutto, durante la pandemia: sempre più servizi sono stati tolti dai piccoli centri per spostarli nelle grandi città,tenendo conto soltanto del numero di abitanti. Se, per esempio, un residente in un piccolo comune volesse rinnovare il passaporto, attualmente dovrebbe recarsi indue o tre uffici diversi, percorrendo grandi distanze. ConPolisl’intera procedura potrà essere completamente conclusa nell’ufficio postale della zona. L’altro obiettivo riguarda il superamento deldigital divide:in Italia siamo molto indietro con la digitalizzazione, sui 27 Paesi membri dell’Unione europeaci posizioniamo al 20esimo posto, secondo l’indiceDesi(Digital Economy and Society Index). Questo si riflette, inevitabilmente, sui nostri centri urbani e sui nostri comuni. A soffrire maggiormente, infatti, sono proprio icomuni con meno di 5.000 abitanti, basti pensare ai centri montani. Stando ai dati Desi,soltanto il 66,6% del nostro Paese è servito dalla banda largada almeno 30 Mbps e solamente il 20,3% può collegarsi alla banda ultra-larga fino a 100 Mbps. Introdurre questo progetto nei piccoli centri significa, prima di tutto, avvicinare i cittadini ai servizi essenziali, ma anche unire i territorie ridurre i divari che – purtroppo- esistono in Italia, cercando di eliminare il rischio di spopolamento che sta piano piano prendendo piede.
Lascia un commento