Il sorriso mette (quasi) tutti di buon umore

Sorridiamoquando il nostro corpo viene inondato di emozioni positive, quandorealizziamo un sogno, quando incontriamo qualcuno che ci fa stare bene, se ci sentiamo sereni o ascoltiamo e leggiamo qualcosa di bizzarro. Ilsorrisoha migliaia di sfaccettature che ci raccontano sempre qualcosa,non è un semplice riflesso faccialecompiuto attraverso il movimento di 12 muscolima molto di più.È un’espressione umana che scaturisce direttamente dalla nostra mente, attraverso i processi cognitivi radicati in essa, anche se recentemente è stato osservato un comportamento simile in alcuni primati. Proprio come l’intero linguaggio, anche il sorriso è radicato intrinsecamente in noi mala risata, è anche un fenomeno sociale, come affermaSophie Scott, neuroscienziata dell’University CollegediLondrache per più di due decenni ha studiato il mondo dei sorrisi. Scott si è occupata, insieme ad altriscienziatiescienziate, di una celebrericercapubblicata suJNeurosciche mostra comeil cervello dia una risposta quando viene esposto al suono della risata, predisponendo i muscoli facciali a sorridere. Il sorriso è contagiosoanche secondoLauri Nummenmaa, che allaAalto University School of Sciencein Finlandia ha studiato i meccanismi del sorriso e afferma che: «le risate si diffondono in una stanza proprio come gli sbadigli». E non finiscono qui le miriadi di caratteristiche e funzioni del sorriso che le scienze hanno scovato negli anni. Sociologia, psicologia, logopedia, antropologia, massmediologia sono solo alcune delle discipline che costantemente lo approfondiscono maanche la medicina si interessa al sorriso, scovandone parecchi benefici:stimola la produzione di endorfine(composti chimici prodotti dal nostro organismo capaci di migliorarel’umore), quella di globuli bianchi per rinforzare le difese immunitarie e riduce la possibilità di contrarre infezioni virali o batteriche. Ma in questa grande arena scientifica va considerato anche ilpanorama culturale della risata. La cultura ha un ruolo ben definito sulla concezione del sorriso e il suo significato cambia in base alle realtà e contesti in cui si manifesta. Seppur nella maggior parte dei casi la percezione culturale e sociale del sorriso è legata a uno stato di felicità e serenità, ci sonoalcune culture che associano l’atto di sorridere– soprattutto se fatto senza motivo -a una mancanza di intelligenza e onestà,sradicando gli schemi apparentemente universali a cui siamo sempre stati abituati. Lo dimostra unostudiocondotto dagli psicologi e psicologheKuba Kris, Melanie Vauclair, C. Capaldi e Vivian Miu-Chi Lunin collaborazione con numerosi altri esperti e accademici pubblicato sulla rivistaSpringer. Secondo quanto emerso,il motivo per cui crediamo che le conseguenze del sorriso siano collegate alla felicità in modo universale, è che la maggior parte delle ricerche vengono condotte in società occidentali, istruite, ricche e industrializzate, tralasciando tutto il resto del mondo, che presenta invece differenti caratteristiche di percezione del sorriso. Lostudio basato su un campione di 5.216 individui provenienti da 6 diversi continenti in rappresentanza di 44 culture, ha chiesto ai partecipanti di valutare 8 volti: 4 sorridenti e 4 non sorridenti, bilanciati per genere. Alla fine sono state riscontratetra le 4 e le 6 culture in cui il sorriso è stato percepito con un giudizio negativo, ma bisogna ovviamente valutare il contesto in cui si sorride. Per quanto riguarda la valutazione sull’onestà, gli individuiindiani, argentini, indonesiani eiranianicoinvolti nell’esperimento, hanno valutato le persone sorridenti come meno oneste rispetto a chi non sorrideva. In merito all’intelligenzasono state nuovamente le personeindiane e iranianea valutare le persone sorridenti come meno intelligenti. A loro si aggiungonogiapponesi, sudcoreani e russi. D’altra parte proprio un antico proverbio russo recita “Улыбкa, бeз пpичины — пpизнaк дypaчины” ovvero “sorridere senza motivo è un segno di stupidità”. Come sottolineano gli scienziati nella ricerca, “questo risultato supporta la nostra previsione che la percezione sociale relativa all’intelligenza degli individui che sorridono varia in base alle culture e in alcune di esse, sorridere può persino portare ad attribuzioni di intelletto inferiore”. Certo, è importante fare diverse precisazioni. La prima è che le interazioni tra cultura e percezione sociale del comportamento non verbale rimangono ancora poco studiate o approfondite; la seconda che “i campioni potrebbero – descrive il team di ricerca – non essere pienamente rappresentativi delle culture da cui provengono gli individui”. Va considerato poi l’ambiente in cui è stato effettuato il test, che potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nella percezione e nel giudizio dei sorrisi. In sostanza, qualora decidessimo di navigare verso altre culture , come dimostra la ricerca sarebbe meglio avere alcuni accorgimenti sul nostro sorriso, così da non creare impressioni negative su di noi, anche se, tranne le eccezioni,sorridere resta uno dei farmaci naturali più benevoli per il nostro corpo. Il sorriso inoltrerafforza le connessioni relazionalie la maggioranza delle culture mondiali si aspetta un’interazione pienamente positiva quando si approccia a una persona sorridente.