Il cachet batte l’attivismo (ma non dovremmo stupirci)

Il cachet batte l’attivismo (ma non dovremmo stupirci)

 

Eventi privati o aziendaliis the newgrande concerto. Se un tempo le star della musica sognavano i mega show e snobbavano quelli piccoli, negli ultimi anni – complice anche la crisi discografica che fa incassare sempre meno dalla vendita di un album -la tendenza è quella di esibirsi per pochi intimi e farsi pagare cifre astronomiche. È quello che ha fattoBeyoncé, che dopo 5 anni lontana dal palcoscenico si è concessa a un pubblico ristrettissimo, in occasione della festa d’apertura delresort extra lussoAtlantisdi Dubai. Nella sua performance da 65 minuti ha cantato 11 canzoni, di cui una insieme alla figlia Blue Evy, per la modica cifra di24 milioni di dollari: circa 330.000 euro al minuto.Un ritorno in grande stile, non c’è che dire, se non fosse per un dettaglio tutt’altro che trascurabile: la location. Dubaiinfatti non è certo nota per la sua politica di inclusione ma, al contrario, applicaregole molto rigide contro le donne e soprattutto la comunitàLgbtq+. Secondo quanto prescritto dalla legge islamica,l’omosessualitànel paradiso mediorientale – meta ogni anno delle vacanze di una buona parte dello star system -è ancora punita con il carcere. Proprio per questo la scelta di Beyoncé ha generato non poche polemiche. Evitando l’ipocrisia, non si può negare che,se a ognuno di noi venisse offerta quella cifra per esibirsi poco più di un’ora, tutti o quasi accetteremmo. Forse con titubanza o accompagnati da leggeri sensi di colpa o da una vocina nella coscienza che ci ricorda che i principi varrebbero più del denaro, ma accetteremmo. E biasimarci sarebbe difficile. Questo perònon vale per chi ha un potere economico enormemente superiorealla media e un’esposizione mediaticatale da poter influenzare le coscienze e incidere davvero sui cambiamenti globali. Se Beyoncé avessedeclinato l’invito, idiritti umania Dubai non sarebbero avanzati di un millimetro ma sisarebbe trattato di un segnaleimportante, del quale indubbiamente si sarebbe parlato. Invece la star ha imboccato la strada opposta e non ha esitato a fare cassa assecondando ogni volere degli organizzatori dell’evento, il gruppoIstithmar Worldproprietario del resort, che fa capo direttamente al Governo degli Emirati. Nonostante si sia trattato di un evento privato e blindatissimo qualcosa è infatti emerso e a saltare all’occhio – oltre agli abiti mozzafiato – è stata lascaletta. Ovviamente presenti hit comeCrazy in love, Beautiful liar e Naughty girlmanon pervenute le canzoni dell’ultimo album,Renaissance. Una scelta più che mai curiosa per una lavoro uscito solo la scorsa estate e quindi ancora in parte in fase di promozione, ma certamente non lasciata al caso visto che la stessaBeyoncé, da sempre grande sostenitrice della comunità Lgbtq+,l’aveva dedicato espressamente agli artisti neri gay pionieri della disco music. Verrebbe quasi da chiamarlo unattivismo a convenienzail suo, sventolato per lanciare un nuovo disco ma nascosto in fretta e furia se l’assegno a infiniti zeri da agguantare proviene dalle mani di chi non la pensa esattamente allo stesso modo. Non è la prima volta in realtà che Queen B – come la chiamano i suoi fan – si esibisce negli Emirati Arabi Uniti: nel 2009 lo fece ad Abu Dhabi e come lei tanti altri negli anni ma se allora le polemiche furono minori o forse addirittura assenti è per causa di una sensibilità al tema distante anni luce da quella odierna. Oggi scindere il professionista dalla persona è quasi impossibilee per non essere il bersaglio della shit storm del giorno o rischiare di vedere la propria carriera incrinarsi è saggionon limitarsi a fare scelte musicalmente azzeccate, ma anche eticamente corrette. Non è un caso che qualcuno dica no:Pearl JameNicki Minaj, solo per citare un paio dibigche si sono rifiutati di esibirsi negli Emirati Arabi proprio per protestate contro la loro mancata difesa dei diritti umani, oDua LipaeRod Stewartche hanno rispedito al mittente l’invito a esibirsi nel corso degli ultimiMondiali in Qatar, altro fronte caldo. Una rivoluzione ancora per pochi però dato che solo negli ultimi mesi, oltre ai campionati del mondo di calcio, è toccato parlare diCristiano Ronaldo ingaggiato dalla squadra saudita Al-Nassrper 200 milioni di euro all’anno – che pare non potrà vivere nella stessa casa della compagna Georgina Rodriguez perché la convivenza fuori dal matrimonio è vietata – e dellaSuper Coppa Italiana tra Inter e Milan giocata a Riad, in Arabia Saudita. I soldi degli Emiri dunque fanno gola a tantie poco importa se, ai piedi di hotel extra lusso che trasudano sfarzo e opulenza, 2 ragazzi vengono condannati a morte se scoperti a baciarsi per strada o a farsi una carezza.Ricchezza batte amore. È lo show business baby.