Case green: le nuove deroghe alla direttiva Ue

Case green: le nuove deroghe alla direttiva Ue

 

Dopo le polemiche innescate dalladirettiva Ue sulle case green, arriva la marcia indietro: fra le diverse proposte della Commissione e del Parlamento, infatti, figurano varieipotesiin cuinon sarebbe obbligatorio effettuare ristrutturazioni per l’efficientamento energetico degli immobili.L’obiettivo della proposta è quello di portare gli immobili residenziali allaclasse energetica E entro il 2030, per poi passare alla classe D dopo 3 anni e infine, tra il 2040 e il 2050, arrivare al livello più basso possibile di emissioni. Un progetto tanto ambizioso quanto poco aderente alla realtà italiana, dovecirca il 60% di immobili residenziali,gran parte dei quali costruiti più di 50 anni fa, èdi classe F e G. Le stime diAnce-Associazione Nazionale Costruttori Edili -danno la misura di quanto potrebberospenderei proprietari italiani per svolgerelavori diefficientamento(come sostituzione degli infissi e della caldaia o l’installazione di un cappotto termico). Anche considerando solo il 15% del patrimonio immobiliare più energivoro (circa 1,8 milioni di edifici), la spesa toccherebbe i40 miliardi di euro all’anno. Un ammontare ben più alto di quello movimentato in 2 anni diSuperbonus 110%che, nonostante persegua gli stessi scopi, ha coinvolto circa 360.000 condomini, case unifamiliari e unità indipendenti con ristrutturazioni per 62 miliardi. Un impatto enorme per le tasche degli italiani, cui si aggiungono leperplessità riguardanti gli immobili storicidistribuiti per tutta la Penisola: circa2 milioni costruiti prima del 1919, il cui valore culturale verrebbero leso profondamente da lavori di riqualificazione energetica di questo tipo. Già la settimana scorsa,Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, cercava di rassicurare gli animi facendo affidamento sulle capacità dei singoli di Stati di intervenire per rimodulare la richiesta europea, ed effettivamente ciò è avvenuto. Dallebozze della direttiva, infatti, emerge lapossibilità per gli Stati membri di decidere di esentaredai livelli minimi di prestazione energetica richiesta proprio gliedifici e monumenti sottoposti a tutela, tra i quali rientrano immobili storici e di particolare valore architettonico. Più ampia e fumosa, invece, la categoria degli edifici tutelati situati in determinate aree vincolate e protette, come centri storici, aree di notevole interesse pubblico o territori limitrofi a fiumi e laghi. La novità più attesa è forse l’esenzione- oltre che degliedifici di cultoe dellestrutture temporanee(come uffici di cantiere e stabilimenti balneari) – degli“immobili a disposizione”, espressione con cui si indicano le abitazioni non locate e non utilizzate in modo continuativo. In poche parole leseconde case, che dal reportGli immobili in Italia- realizzato dall’Agenzia delle Entratein collaborazione con il Dipartimento di Finanze – ammontano a 5 milioni e 556.000, il17,2% del totale delle abitazioni. La casa, bene rifugio per eccellenza degli italiani, ha davanti a sé un futuro all’insegna delleristrutturazionieefficientamenti. Un costo non indifferente ma che, nel medio-lungo periodo, potrebbe rappresentareun investimento strategico. Il mercato immobiliare è ormai sempre più attento alle classi energetiche più alte, come si evince dai più recenti datiIstat: in media, nei primi 3 trimestri dell’anno scorso,i valori delle abitazioni sono saliti del 4,2% rispetto al 2021, ma quelli dellecase nuoveben del6,6%. Le motivazioni di questo rialzo sono da trovarsi nella loro quantità ristretta e concentrata nelle grandi città, ma anche nellacrescente domandadi abitazioni conalti livelli di risparmio energetico, costi di gestione contenuti e materiali di costruzione sempre più all’avanguardia. Sono gliitalianistessi achiedere abitazioni di classe energetica A.Secondol’indagine diSwg– commissionata daConfindustria Assoimmobiliare- il56%delle persone che voglionoacquistare casala cerca diclasse A,mentre il 55% esclude che la possibilità di comprarne una con valori energetici da E a G, anche se il prezzo fosse minore. A conferma di ciò, il 71% crede che tutte le nuove abitazioni dovrebbero essere costruite in classe A. Secondo il67%degli intervistati, inoltre, in futurolecasemeno efficienti a livello energetico subiranno perdite di valorema, allo stesso tempo, il 60% crede che ci saranno nuovi incentivi statali per efficientare gli immobili o per costruirne di nuovi in classe A.