Symbiosist, per rendere l’Ue eccellenza nell’agrivoltaico

Symbiosist, per rendere l’Ue eccellenza nell’agrivoltaico

 

Unire la produzione dienergiaa quellaagricola, abbattendo le emissioni di gas serra. È questo l’obiettivo diSymbiosist, il piano europeo, al via da questo gennaio, per finanziare progetti che sfruttano la tecnica dell’agrivoltaico. Si tratta di una soluzione alternativa alle distese di pannelli solari che vengono posizionati sui terreni e, molto spesso, entrano in contrasto con le coltivazioni:l’impianto solareinfatti viene installato sui tetti delle serre o comunque a una certa altezza dal suolo. In questo modo le due attività non solo riescono a convivere nello stesso spazio, ma godono anche di benefici comuni. Per esempio, in Arizona, i campi che sfruttano questo sistemahanno raddoppiato la raccolta di pomodori ciliegini, nonostante le alte temperature:i pannelli infatti proteggono le piante e diminuiscono la loro richiesta di acqua. L’agrivoltaico è diffuso soprattutto negli Stati Uniti, ma ci sono stati alcuni tentativi di realizzarlo anche inItalia, Francia e Germania. Bruxelles punta però ad aumentare la competitività degli impianti e ad aumentare il loro numero in Europa. Coordinato dal centro di ricercaEurac Research,Symbiosistrientra nel programma quadro da 95 miliardiHorizone durerà quattro anni, cioè fino al 2027. I partner che collaborano al progetto sono in tutto diciotto e includonoConvert Italia,Renewable Energiese l’italianaEf Solare, per il 70% di proprietà diF2i -Fondi Italiani per le Infrastrutturee per il 30% daCrédit Agricole Assurances. L’azienda ha già sperimentato in passato nel campo delle interazioni tra agricoltura ed energia, con320 megawattdi serre solari costruite in undici anni in Italia, secondo le dichiarazioni del Ceo Andrea Ghiselli. Nel 2021 ne ha realizzata una anche aScalea, in provincia di Cosenza (Calabria). In quel caso, una struttura alta circa 3 metri e sovrasta i tradizionali alberi diagrumi.Nell’ambito diSymbiosist, i protagonisti saranno invece i filari di meli, coltivati secondo latecnica biologica Guyot,della provincia diBolzano, inAlto Adige. All’impianto saranno affiancatetecnologie avanzate per l’irrigazione e la protezione da grandine e gelo, ha comunicatoEf Solarein una nota. I meleti saranno inoltre tenuti sotto osservazione per raccogliere dati sulla produzione elettrica e dei frutti. Si cercherà poi di capire anche come le strutture interagiscano con l’ambiente naturale e se disturbino gli animali. Questi primi progetti saranno infatti fondamentali per stabilire le linee guida europee sull’agrivoltaico. Questa tecnologia potrebbe essere decisiva peraumentare la presenza delle rinnovabili nel mix energetico europeoe raggiungere laneutralità climaticaentro il 2050. Nel 2022, secondo i dati dell’Eurostat, rappresentava una percentuale dei nostri consumi pari17%, ben inferiore rispetto a quella delle fonti fossili, come petrolio (35%) e gas (24%). In Italia la quota si attestava addiritturaall’11%, dalle rilevazioniIspi, ma progetti comeSymbiosistpossono offrire margini di miglioramento. Per raggiungere la metà degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal nostroPiano Clima e Ambiente, basterebbe coprire lo0,32%dei terreni agricoli di pannelli solari, afferma uno studio dell’associazione no profitItalia Solare. Le serre agrivoltaiche offrono prestazioni simili a quelli degli impianti a terra, anche se la loro installazione è fino al 40% più costosa. Però, evitando il conflitto con le coltivazioni agricole, abbassano il costo dell’energia a circa9 centesimi per kWh. I prezzi sono ancora superiori a quelli dell’energia che deriva dal gas (7 centesimi per kWh), ma le emissioni sono enormemente inferiori:20 grammi di CO2 per megajouledi elettricità, secondo i calcoli di Enea, in collaborazione conUniversità Cattolica del Sacro Cuore. Non tutte le colture però sono adatte a convivere con l’agrivoltaico, per esempio quelle intensive che si estendono per diversi chilometri, oppure quelle che hanno bisogno di molta luce, come cavolfiori e barbabietole. Molte piante invece beneficiano delle condizioni di temperatura e umidità create dai pannelli. Tra queste segale, orzo, avena, cavolo verde, colza, piselli, asparago, carota, ravanello, porro, patata, luppolo, spinaci, insalata, fave. I ricercatori delNational Renewable Energy Laboratory(Nrel), il laboratorio sulle rinnovabili del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, hanno condotto un’osservazione su diverse colture agrivoltaiche. La produzione del peperoncinojalapeñocon questo metodo è triplicata, quella di frutta è raddoppiata, mentre per i pomodori ha aumentato del65%l’efficienza dell’utilizzo dell’acqua. L’ombra delle serre solari permette infatti al suolo di conservare meglio l’umidità. Così, riducendo le irrigazioni, gli agricoltori risparmiavano una quantità di acqua tra il14 e il 29%. I dati parlano chiaro anche sul consumo di suolo: nel progetto pilota da194 Kilowatt di Heggelbach, in Germania, l’efficienza del suo utilizzo è aumentata trail 160% e il 186% nel 2018.Una cifra che, sommata alle altre, fa ben sperare sugli effetti che una rete più capillare di impianti agrivoltaici, come quella che intende finanziareSymbiosist, potrebbe avere sulla produzione energetica e di frutta e verdura in Europa.