Europa: i rifiuti pericolosi sono troppi (e in aumento)

In Europa, racconta unanuova relazione della Corte dei conti Ue,continua a crescere il numero dirifiuti pericolosi: si tratta diquegli scarti che possono danneggiare cittadini ambienteper via della loro composizione chimica, che possono essere esplosivi, irritanti oppure tossici. Circail 75% di quelli prodotti nell’Ue deriva soprattutto dal settore metallurgico, dal trattamento di acque e rifiuti, dall’edilizia o l’estrattivo, ma vale anche per i medicinali scaduti, le vecchie batterie, i prodotti elettrici o elettronici. Nonostante le misure adottate dall’Europa per ridurli, già dal 2004,questi rifiuti però continuano a cresceresecondo l’analisi della Corte dei Conti. Motivo per cui, dice Eva Lindström, membro della Corte dei conti europea e responsabile dell’analisi, è tempo di sviluppare soluzioni e i «metodi da preferire per occuparsi dei rifiuti pericolosisono il riciclo e il recupero di energia. Lo smaltimento dovrebbe essere solo una estrema risorsa». La Corte spiega che classificare e tracciare adeguatamente i rifiuti pericolosi aiuterebbe a prevenire trattamenti impropri e scorciatoie illecite:i ricavi annuali per il traffico illecito dei rifiuti pericolosi si attestano infatti tra 1,5 e 1,8 miliardi di euro. «La produzione di rifiuti pericolosi aumenta e l’Ue non può non affrontare la questione – continua Eva Lindström – In questa analisi, abbiamo mostrato che prevenzione e trattamento dei rifiuti pericolosi sono tuttora difficoltosi, ma presentano anche delle opportunità». Tenendo presente che il modo migliore di far fronte alla questione è in primo luogonon produrre questi rifiuti, secondo l’Ue è necessario che il modo in cui gli operatori economici progettano e realizzano i prodotti sia rivisto e bisogna insistere sul rendere chi inquina responsabile dei propri rifiuti e sul fornire ai consumatori maggiori informazioni. Inoltre, la Commissione europea potrebbe intensificare i propri sforzi per armonizzare la normativa Ue applicabile per esempioallineando i registri elettronici nazionali dei rifiuti pericolosi al registro europeoprevisto per la spedizione dei rifiuti, in modo da poterli tracciare meglio. Ma anche un divieto su tutte le spedizioni di rifiuti da smaltire, proposto dalla Commissione nel 2021, potrebbe per esempio contribuire a contenere questo tipo di traffico.