Boomerissima, per me è sì

 

Martedì 17 gennaio in prima serata su Rai 2 è andata in onda la seconda puntata del bombastico programma condotto e ideato da Alessia Marcuzzi su cui è stato detto già tanto, ma non tutto. Siccome un nuovo format lo si giudica dopo aver visto almeno due puntate, è il momento di riparlare di questaBoomerissima. I superospiti e gli ospiti La prima puntata ha calato gli assi: un’anteprima diFiorello versione tassinaro, incursioni dellaLittizzetto castigamatti, e una squadra di ospiti dalle personalità più larghe dei pollici dello schermo televisivo. In questa seconda puntata abbiamo visto ospiti apparentemente meno illustri, ma più funzionali al programma. Come unaKatia Follesa scatenata, metà Orietta Berti metà Flashdance, unMaurizio Lastrico personaggio del momento(lo attendiamo inCall My Agent di Sky), e dei millennial (Ema Stokolma, Giulia Stabile, Pierpaolo Preselli e Paolo Ciavarro) un po’ spauriti ma davvero tutti da scoprire, almeno per noi boomer. Nuovo o già visto? Boomerissimacelebra un rito diffuso, il revival degli anni ‘80 e ’90, attraverso il pretesto di unasfida cultural/musicalecon la generazione millennial. Qualcuno ha fatto notare che il programma sarebbe un mix di cose già viste.BellaMa, sempre di Rai 2, che però è sostanzialmente un talk show del pomeriggio,Furoreo anche90 specialdi Mediaset, che forse è il paragone più azzeccato. Ma non è “trova le differenze” il punto. Il fatto che un tema sia stato già declinato televisivamente non significa che altri programmi non possano insistere sullo stesso filone. Il problema è, piuttosto, scovare nuovi angoli e divertire il pubblico.Boomerissimapareaver trovato nel videoclip e nelle coreografie più iconiche il trait d’union con il presente. Se non per innovare, certo per divertire. E ci riesce. La conduzione Alessia Marcuzzi ha dichiarato di aver solo accostato e non sbattuto la porta di casa Mediaset. Speriamo però che la Rai si accorga di aver trovato unaconduttrice di grande mestiere, che sa fare di più e meglio che solamente muoversi diligentemente dentro la gabbia di un copione: sa condurre, intrattenere, fare spettacolo. In questi anni,la Rai non ha saputo crescere volti femminiliche portassero a testa alta l’appellativo dishowgirl(termine vissuto da molte signore della tv come unadiminutio). Marcuzzi, invece, ci mette corpo e anima, non è snob, non vuole far salotto, o meglio, il salotto lo fa come dice lei. In piedi, ballando! Chapeau. Il format Nella prima puntata il programma è parso a tratti confuso.Questo è un varietà travestito da game, ma c’era probabilmente l’esigenza risparmiare al pubblico gli spiegoni relativi ai voti e alle manches. Del resto è evidente che qui la gara è una scusa e nessuno la prende troppo sul serio, e meno male, cosi ci risparmiamo le tipiche polemiche fabbricate ad arte quando tocca tirar su gli ascolti. Ancora sui format Tv C’è un problema più ampio con i format. A furia di importare programmi stranieri, l’Italia ha smesso di testarne di suoi. Piuttosto di inventarsi qualcosa, di fallire e subirne le critiche, si comprano programmi stranieri o ci si butta sui talk. Con il risultato che i nostri autori sono bravissimi a adattare e meno a creare. Chi invece rischia tentando di portare sullo schermo qualcosa di diverso va riconosciuto e incoraggiato. Concludendo, se anche ci sono delle sgrammaticature televisive in questoBoomerissima, la Tv non è fatta solo di archi narrativi disegnati con il compasso,è fatta anche di emozioni, energia e calore, infrazioni e neologismi, come questa strana parola che prima non esisteva: Boomerissima.