Quasi 3 anni e una pandemia dopo: personale sanitario cercasi

Quasi 3 anni e una pandemia dopo: personale sanitario cercasi

 

Lasaluteè la missione n.6 del Pnrr e prevede riforme e investimenti che hanno come obiettivo il potenziamento delsistema sanitarioattraverso servizi che soddisfino i bisogni dicura dei pazienti,in ogni area del Paese. Da una parte, si vogliono migliorare infrastrutture e macchinari attraverso implementazioni tecnologiche; dall’altro, ricerca e innovazione sono parole chiave per permettere lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale. Gli episodi di sanità obsoleta L’89% delle strutture usa macchinari che andrebbero sostituiti.Ma questa è solo la punta dell’iceberg. In Italia i problemi che riguardano la sanità sono all’ordine del giorno: lo dimostrano gli episodi di cronaca, come quello dellasignora che caduta da una barella è morta dopo due giorni;oppure il caso delladonna morta per meningite batterica dopo aver girato 3 ospedali romanida cui ha ricevuto diverse e sbagliate diagnosi senza nessun ricovero. Da mesi il sindacato infermieriNursinddenuncia lecondizioni di lavoro impossibili negli ospedali: corridoi pieni di barelle, spazi insufficienti, personale inadeguato per il numero e il tipo di pazienti presenti. Da Nord a Sud la situazione non varia. Ipronto soccorso registrano troppi accessi,ma manca il personalee si registra un aumento dei decessi. La pandemia ha peggiorato una situazione già instabile L’emergenza sanitariaha contribuito arendere chiari,oltre i problemi legati agli squilibri geografici e alle carenze dell’assistenza territoriale, le questioni relative all’offerta dei servizi ospedalieri (soprattutto con l’affollamento dei servizi di pronto soccorso), lascarsità di alcune figure nel personale sanitario(in particolare, anestesisti, medici di emergenza-urgenza e infermieri), lamancata attenzione alla prevenzionee allo scarso impegno pubblico nella ricerca. Negli ultimi anni,tutti quei servizi medici che non erano strettamente legati alla pandemia hanno subito dei rallentamenti e degli arresti. A farne le spese, i pazienti che si sono trovati davanti lunghe liste d’attesa anche in casi dove era necessario un intervento tempestivo, come per gli screening oncologici. Le carenze del Ssn non sono una novità La diffusione della pandemia daCovid-19ha fattoemergere con evidenza alcune già note carenze del Serviziosanitarionazionale(Ssn).Secondo un focus tematico su Pnrr e sanità,dell’ufficio parlamentare di Bilancio,le criticità erano già riscontrabili prima della pandemia. Tra queste al primo posto ladisponibilità di personale,“fortemente ridimensionata nell’ultimo decennio, con una riduzione di più di 40.000 dipendenti a tempo indeterminato; il divario nella quantità e qualità dei servizi forniti dalle singole regioni; l’insufficiente compensazione del ridimensionamento dei servizi ospedalieri ordinari con un rafforzamento di quelli territoriali; le difficoltà di accesso fisico (liste di attesa) ed economico alle cure, lo spostamento della domanda verso il privato”. La sanità britannica è simile a quella italiana Anche nel Regno Unito mancanomedicie infermieri: il Sistema sanitario britannico (Nhs)rischia il collasso, in modo analogo all’Italia. Anche in Uk i pronto soccorso sono pieni di persone che attendono.Infermieri e personale delle ambulanze, sostenuti dal sindacato, hannoaderito a un primo sciopero tenutosi a dicembre. E continuano a susseguirsi. Si prospetta quello che viene definito il“peggior inverno della storia per il Sistema nazionale britannico”.Migliaia di infermieri del Sistema sanitario britannico chiedono l’aumento dei salari in linea con l’inflazione.Ma la protesta non si ferma qui: le richieste riguardano anche i miglioramenti delle condizioni di lavoro e lanecessità di investimenti nel settore. Il numero di infermieri aumenta in Ue, ma l’Italia è un caso particolare Nel Regno Unito e in Italia fra il 2009 e il 2019,a causa della crisi economica, èdiminuita la spesa pubblica per la sanitàin rapporto al Pil . Ma il quadro è eterogeneo: prendendo in esame lo stesso periodo, Germania e Spagna hanno mantenuto costanti gli investimenti. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse),Healthataglance2022,il numero di medici e infermieri nei Paesi dell’Unione Europea è maggiore rispetto a 10 anni fa.Tra il 2010 e il 2020, il numero diinfermierisia in termini assoluti che in rapporto alla popolazione è aumentato nella maggior parte dei paesi dell’Ue. Main Italia la situazione è incontrotendenza: rispetto alla media Ocse si contano2 infermieri ogni 1.000 abitantiin meno, che si tradurrebbe in base alla popolazione Istat a inizio 2022 in una carenza di quasi 118.000 infermieri.L’Italia impiegameno infermieridi quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale, con circa 6,2 infermieri ogni 1.000 persone; inoltre il numero di laureati in infermieristica è in calo dal 2014. Tra le cause di questa carenza ci sono lascarsa attenzione alle politiche del personale negli anni,blocchi delle assunzioni,scarsa attrattività della professione sia per l’impegno estremamente gravoso, sia per lescarse opportunità di carriera e le basse retribuzioni.