Sanremo e doppio standard, anche in beneficenza

Sanremo e doppio standard, anche in beneficenza

 

Com’è stato bravoFrancesco Totti, quandoha devoluto in beneficenza il suo compenso per l’ospitata a Sanremo nel 2017. Ma del resto, l’aveva già fatto in occasione della sua partecipazione alGrande Fratello Vip,consegnando 50.000 euro del proprio cachet a un giovane che ne aveva bisogno per acquistare un macchinario necessario alla sua deambulazione. Che cuore grande. Che grande esempio per i giovani. AncheCelentano, nella sua conduzione delFestival di Sanremo del 2012,aveva devoluto il proprio compenso in beneficenza, dopo le numerosissime polemiche che avevano fatto seguito all’annuncio dell’ammontare stanziato per indurlo ad accettare. Sempre alFestival, nel2020,Rula Jebreal, co-conduttrice per una sera, ha rinunciato alla metà del suo compenso(si vociferava, intorno ai 25.000 euro) a Nadia Murad, attivista irachena yazida e Premio Nobel per la pace 2018. Altri esempi: sempre 2020,Tiziano Ferro,ospite del Festival, ha devoluto in beneficenza l’intero importo del suo cachet. Così come hanno fattoAldo, Giovanni e Giacomo, ospiti di Sanremo nel 2016, o ancheIbrahimovic, ospitato nel 2021. Vogliamo andare fuori confine? QuandoSelena Gomezlavorava al film di Woody AllenUn giorno di pioggia a New York,ha deciso di destinare unimporto superiore rispetto al proprio compenso al fondo di supporto legale alle vittime di violenzaTime’s Up Now.Certo, lì c’era anche la questione del casoWeinstein. Per non parlare delle accuse di pedofilia che Allen aveva ricevuto dalla figlia… Ad un certo punto, si era anche vociferato di 500.000 dollari che iMaroon 5avrebbero devoluto in beneficenza anziché percepirli per la loro esibizione al Super Bowl 2019. Peccato che non sia previsto alcun compenso per gli artisti che cantano al Super Bowl. Però la donazione l’avevano fatta davvero, all’organizzazione di beneficenza per bambiniBig Brothers Big Sisters of America,sottraendola dai propri guadagni accumulati. Tant’è. Bravi tutti. TranneChiara Ferragni.Che nell’edizione del Festival diSanremo 2023viene scelta come co-conduttrice da Amadeus, insieme a Gianni Morandi. Scelta intelligente, per parlare a un pubblico il più vario e ampio possibile. Per Amadeus è previsto un compenso, per Morandi anche, per Ferragni pure. Ma l’influencere imprenditrice decide didestinare il proprio in beneficenza all’Associazione D.i.Re(Donne in Rete contro la violenza), che con più di 100 centri antiviolenza e oltre 60 case rifugio in tutta Italia, accoglie gratuitamente ogni anno oltre 20.000 donne. Vale la pena di ricordare che, secondo i dati Istat, nel nostro Paese il 31,5% delle donne ha subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria esistenza (prevalentemente, da parte di uomini che conosceva). E allora, benissimo, no? Brava anche lei! E invece no. Perché a lei si rimprovera, in ordine sparso: chel’abbia fatto per farsi pubblicità,chenon sposi realmente la causaal 100%, che il compenso devoluto per lei rappresentiuna cifra irrisoria. Stiamo comunque parlando dicirca 100.000 euro, secondo i rumors: magari è poco per lei, ma non per i centri antiviolenza, che in Italia sono costantemente sotto-finanziati. E non parliamo solo di denaro: perchégrazie alle dichiarazioni diChiara Ferragni,per qualche giorno si sono nuovamenteaccesi i riflettori sul tema della violenza maschile sulle donnee sulla necessità di finanziare adeguatamente tutte le azioni di supporto. Allora, viene da chiedersi:cos’è che, in fondo, il nostro Paese non riesce a perdonare a questa giovane donna?