Ucraina: chi sono i giovani che ricostruiscono il Paese?

Ucraina: chi sono i giovani che ricostruiscono il Paese?

 

Dall’inizio dell’invasione russafino a fine settembre, circa120.000 case e 16.000 appartamentiin tutta l’Ucraina sono statidanneggiati o distrutti.LaKyiv School of Economicsafferma che il danno fisico complessivo ammonta a 127 miliardi di dollari. La Banca Mondiale, l’Unione Europea e il Governo ucraino hanno stimato icosti di recupero:circa350 miliardi di dollari. Mentre il Primo Ministro Zelensky ha iniziato a incontrare alcuni grandi finanziatori privati per ricevere sostegno economico nei lavori di ricostruzione del Paese,il rapporto delGerman Marshall Fundsullaricostruzione post bellica dell’Ucrainarileva chegli investitori occidentali saranno tuttavia cautinel versare grandi quantità di denaro al Paese, dato il suo passato all’insegna della corruzione. Nel frattempo,giovani volontari ucrainihanno già iniziato aricostruire le città distruttesotto i bombardamenti: il progetto si chiamaRepair Togethere ha l’obiettivo di ridare un tetto a chi ha perso tutto. Lo fa coinvolgendo centinaia di volontari da tutta Europa, aziende socialmente responsabili e artisti nazionali attraversoeventi che permettono di raccogliere soldi e risorse per aiutare le comunitàdelle città che sono state travolte dall’invasione russa. Kateryna Andriychuk, Responsabile Collaborazioni diRepair Together, spiega che l’obiettivo del progetto èricostruire non solo le abitazioni distrutte, ma anche le comunità localiattraverso una realtà giovanile che utilizzi efficacemente le proprie capacità per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina in modo continuativo. «Quando è iniziata la guerra, come me tanti giovani ucraini volevano essere utili alla distruzione che ci circondava. Dopo la de-occupazione della regione di Chernihiv, un piccolo gruppo di giovani si è recato nel villaggio di Yahidne, dove tutti i 300 abitanti sfollati avevano trascorso un mese nel seminterrato della scuola. Quei giovani volontari hanno deciso di ripulire le case distrutte per ricostruirle mostrando alle persone che non erano sole in quella situazione difficile». Da quella prima esperienza, l’iniziativa diRepair Togethersi è ingrandita. Fino a oggi, sono stateripulite quasi 200 case nel nord estdel Paese verso il confine con laRussiae il progetto contapiù di 300 volontari che arrivano da tutto il mondo. «Alcune persone prendono ferie apposta e vengono a darci una mano anche da Stati Uniti, Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. È una cosa fantastica» racconta Andriychuk. Nella maggior parte dei casi,i volontari non sono costruttori professionisti.Dopo aver ripulitole case sotto le macerie, dal giovedì alla domenica, insieme a un caposquadra esperto, i gruppi di lavoro costruiscono nuove abitazioni grazie ai materiali forniti dai partner del progetto. «Si lavora con le mani, si acquisiscono nuove competenze, si comunica con la gente del posto, si offre loro qualcosa dagli orti che abbiamo iniziato a coltivare. Etutti sentono l’importanza e il significato di ciò che stanno facendo», aggiunge Andriychuk. Mentre l’Ucraina continua a essere bombardata, migliaia di famiglie vivono sfollate e senza una casa dall’inizio del conflitto.Repair Togethersembra aver riacceso una scintilla nei Paesi più isolati. «La mia casa e quella di mio figlio è stata totalmente distrutta – racconta uno degli abitanti di Lukashivka – Per 4 mesi di guerra, in estate, abbiamo vissuto in un fienile, e ora il mio nipote sta finendo di ricostruire la nostra casa da zero: costruisce con le sue mani, con i soldi che il padre gli manda dal fronte, dove combatte per l’esercito ucraino. I volontari lo hanno aiutato ad affrontare la ricostruzione e ci hanno fatto sentire indistruttibili». Mala ricostruzione non si ferma alle case. Tra gli obiettivi del progetto c’è anche quello diattirare l’attenzione della comunità internazionalesulla necessità di riattivare le comunità colpite dall’occupazione russaripristinando i centri culturali ucraini. Per farlo,Repair Togetherha sperimentato nuove forme di volontariato organizzandorave di pulizia nei centri culturaliandati distrutti.L’ultima performancesi è svolta a settembre nelle cittadine di Yahidne e Ivanivka (quest’ultima nel sud dell’Ucraina). Qui, centinaia di volontari provenienti da diversi Paesi e abitanti di tutte le età si sono riuniti perripulire i centri di cultura locali al ritmo di musica:12 DJ set hanno animato la giornata dedicata ai lavori, che hanno permesso di ripristinare luoghi di aggregazione cruciali per la popolazione. Nel tempo, numerosi artisti ucraini hanno scelto di tenere concerti di beneficenza e di girare i propri videoclip nei luoghi dove le case vengono ricostruite, inviando poi i fondi raccolti a sostegno dell’iniziativa. La rete di partnership si è estesa anche ad alcuni brand, spiega Andriychuk: «Abbiamo una partnership con le caffetterie di Kiev: il 100% delle vendite delle confezioni di caffè va al nostro fondo per la ricostruzione delle case a Lukashivka, nella regione di Chernihiv. Abbiamo anche collaborato conLenovo, che ci ha donato parte delle vendite dei loro pc per l’acquisto di mattoni, cemento e altri materiali». Far vedere al mondo cosa significa ricostruire città e vite da zero è diventata la missione dei volontari che credono nella ricostruzione dell’Ucraina. A dicembre,attivisti internazionalihanno distribuitoin tutta Europa pezzi di mura e calcinacci delle abitazioni distruttein poco meno di un anno di guerra. Da Varsavia a Berlino, fino a Parigi e Londra, migliaia di frammenti accompagnati da QR code hanno permesso dimostrare quel che resta delle città rase al suolo.«In futuro – dice Andriychuk – vorremo creare una comunità internazionale a cui tutti si uniscano per risolvere i vari problemi globali, come sappiamo fare noiucraini: in modo rapido e coraggioso».