E tu lo conosci Signal for help?

E tu lo conosci Signal for help?

 

Ci ha provato in tutti i modiMartina Scialdoneadifendersi dal suo assassino. Ma alla fine nulla è servito e il suo nome si è aggiunto all’elenco deifemminicidiannualiin Italia, che a metà gennaio conta già tre iscritte. La donna è statafreddata in strada a Roma dal suo ex compagnoche l’aveva raggiunta in un ristorante, ufficialmente per l’ennesimo incontro chiarificatore ma molto più probabilmente, essendosi presentato a cena con una pistola in tasca, già certo di come avrebbe fatto terminare la serata. Per scongiurare il peggiore degli epiloghi pare che Martina Scialdone abbiaprovato in diversi momenti a chiedere aiutoa chi le stava attorno, senza però riceverlo. Gestori, camerieri e clienti del ristorante dove si è consumata la prima lite tra i due forniscono versioni discordanti sul se e sul come lo avrebbe fatto ma oltre a chiudersi in bagno e a lanciare sguardi terrorizzati pare abbia compiuto con la mano ilsegnare internazionale di SOS contro le violenze, inventato dallaCanadian Women’s Foundationnel 2020 e oggi riconosciuto a livello mondiale. Per farlo basta tenere la mano con il palmo rivolto verso di sé contutte le dita stese tranne il pollice, che invece deve essere portato verso l’interno, fino a toccare il palmo. Successivamente si devonopiegare anche le quattro dita su di esso, chiudendo la mano a pugno, come a simboleggiare la chiusura in gabbia del dito/donna. Signal for help, questo il nome ufficiale delsegnale in codice, è stato pensato per essere eseguito con una mano sola e in due step, in modo da risultare veloce da compiere e semplice da ricordare per chi deve riconoscerlo. Nonostante sia divenuto virale in poco tempo sui social network e in particolare suTikTok, purtropponon è ancora conosciutissimoe probabilmente anche per questo, se fosse confermato che Martina Scialdone l’ha eseguito, non è stata capita. Lafondazione canadeseche si occupa diviolenza domesticalo ha ideato durante i primilockdowndovuti alla pandemia, quando le misure stringenti necessarie per fronteggiare il dilagare del virus si erano rivelate unatrappola mortale per molte donne, costrette a condividere l’abitazione con il proprio aguzzino 24 ore su 24. Impossibilitate a chiedere aiuto verbalmenteper non scatenare ulteriori reazioni violente, questo segnale doveva servire soprattutto a loro, cheavrebbero potuto compierlo velocementee in qualunque momento:in webcamdurante un meeting di lavoro, nel corso di una video chiamata suwhatsAppo alcitofono, in caso di consegna. Un metodo silenzioso ma impattante, che non necessita di parole e per questo risultautile anche per le persone che non padroneggiano al meglio lalinguadel Paese nel quale si trovano ma che devono liberarsi da una situazione di estrema emergenza. Signal for helpnon è il primo tentativo di fronteggiare laviolenzasulle donne tramite un messaggio in codice.Nel 2016 un bar del Lincolnshire, in Inghilterra,aveva lanciato la fraseAsk for Angela. Pronunciarla al bancone voleva dire aver bisogno di aiuto per allontanarsi velocemente ma con discrezione da quel luogo. Non meno nota la storia delladonnache nel 2021 a Milano, ma era già successo negli Stati Uniti,si è salvata dalla violenza domestica facendo finta di ordinare una pizza, chiamando però il 112. Sempre durante la pandemia poi, nelle farmacie spagnole si poteva chiedere aiuto chiedendo di unamascarilla19, modello rilanciato nel nostro Paese conMascherina 1522(il numero verde anti violenza estalking). Al momento le storie che raccontano comeSignal for helpabbia effettivamente salvato delle vite non sono tantissime. La più nota è quella di unasedicenne della Carolina del Nordche sarebbe riuscita a liberarsi da un uomo che l’aveva caricata in auto e rapita, compiendo ripetutamente il gesto dal finestrino. La speranza però è cheben presto questo segnale universale si imponga come l’unicoda tenere ben presente e riconoscere, in modo che le richieste d’aiuto non cadano più nel vuoto.