Italiani digitali: 5 schermi per ogni famiglia

Nelle case degli italiani si contano circa120 milioni di schermi– solo nel 2017 erano 111 milioni – con una media di5 device a famiglia. A rivelarlo è il quintoRapporto Auditel-Censis, intitolato “La transizione digitale degli italiani, dal boom degli schermi connessi (sono quasi 100 milioni) alla banda larga, il Paese grazie alla televisione, corre verso la modernità”. Uno studio dal quale emerge che il digitale è ormai parte integrante della quotidianità della maggior parte degli italiani:l’87,2% delle famiglie ha in casa almeno un device connesso. Ad aver accelerato inesorabilmente le cose è stato proprio il lockdown, che ha imposto una sistematicadigitalizzazione dei servizie ha dato maggiore margine di sviluppo al mondo dell’e-commerce. Persino i più restii ad abbandonarsi ai comfort del digitale, si sono arresi di fronte agli effettivi vantaggi della tecnologia. Non a caso l’indagine, basata sulla ricerca condotta daAuditel(sette wave l’anno, 20 mila abitazioni visitate, 41 mila interviste faccia a faccia), evidenzia che, se la spesa complessiva delle famiglie italiane si è ridotta lo scorso anno del 5,4% rispetto al 2017, solo un parametro ha continuato ad aumentare senza sosta: quello dellevendite di computer, smart tv e smartphone. Nel 2021 la spesa per telefonia, trainata dagli acquisti degli smartphone, èlievitata infatti del 92% rispetto al 2017, raggiungendo un valore complessivo di 7,86 miliardi di euro. La rilevazione registra infatti93 milioni e 200 mila dispositivi collegati a internetall’interno delle abitazioni, un numero in forte crescita dal 2017 quando se ne contavano poco meno di 74 milioni. Al primo gradino del podio troviamo 48 milioni di smartphone, con un incremento di 6 milioni di dispositivi registrato nell’ultimo quinquennio. Seguonoletelevisioniche sono circa 43 milioni. Un mezzo di comunicazione, quest’ultimo, che ha rappresentato probabilmente il più grande fenomeno di massa della nostra epoca e continua, nonostante l’avvento degli smartphone e di altri dispositivi più maneggevoli, a occupare un posto centrale nella vita e nei salotti degli italiani: è presente nel97,3% delle abitazioni. Ildivario digitaleè ancora ampio, soprattutto per determinate categorie più svantaggiate,come gli anziani e aumenta con l’abbassarsi del livello di istruzione.Una fascia di fruitori che si contrappone alla generazione dei nativi digitali, che sono a contatto con le nuove tecnologie fin dai primi anni di vita e che dimostrano invece una grande dimistichezza con questi strumenti. Un’importante risorsa per ridurre il gap è ilPnrrche ha destinato 6,7 miliardi di euro all’installazione entro il 2026 in tutto il territorio della penisola direti ad altissima velocità fisse e mobili. In effetti, oggi 14 milioni e 700 mila famiglie,il 61,7% del totale, vivono in zone che sono coperte dallabanda larga(5 anni fa erano 13 milioni e 200 mila). Restano però esclusi dalla copertura 9 milioni di nuclei familiari, il 38,3% del totale, residenti perlopiù nelle regioni del Sud e nelle Isole. Più il centro abitato è piccolo, più la digitalizzazione risulta difficile. Basti pensare chesolo il 53,1% delle famiglie residenti nei piccoli comuniha accesso alla banda larga contro il 73,4% di quelle che vivono nei centri maggiori. L’indagine rivela, infine, che negli ultimi 5 annihanno fatto ingresso nelle case nuovi dispositivi, connessi e dotati di schermo, che supportano alcune attività quotidiane, oltre a consentire l’accesso a contenuti video, anche televisivi. Il più diffuso è losmart speaker, presente nelle case di 2 milioni di famiglie (l’8,4% del totale), strumento che può essere azionato con la voce per ricevere informazioni, collegarsi alla radio, attivare elettrodomestici e allarmi o accendere la smart tv.