Covid: che cosa sappiamo di Gryphon

Sullavariante Gryphon, al momento le certezze sono davvero poche, anche perchéi dati scientifici forniti dalla Cina scarseggiano, e poco esaustive sono anche le sequenze genetiche del virus depositate nella banca internazionaleGisaid. Che l’impennata dei casi sia attribuibile a questo mutamento del virus è soltanto un’ipotesi, ipotesi che però gli esperti stanno considerando seriamente. In merito, il virologoFrancesco Broccolo, esperto dell’Università del Salento, ha dichiarato: «Sta circolando un vero e proprio sciame di varianti, ma laGryphonsta rapidamente sostituendo sotto-varianti comuni». I sintomi di Gryphon Ma quali sono i sintomi della nuova variante? A fronte a un generato allarmismo sull’aumento della trasmissione, fortunatamente,sembrerebbenon corrispondere un aumento della gravitàdel quadro sintomatologico. I sintomi più comuni, infatti, sonosimili a quelli influenzalio di un comune raffreddore: mal di gola, tosse e naso che cola. a essere colpite, dunque, sono leprime vierespiratorie. Per avere una diagnosi certa, quindi, è bene sottoporsi a un tampone. Stando ai dati disponibili, Gryphon sembrerebbe non avere dunque particolare aggressività né la forza di diventare dominante; tuttavia, sembrerebbe essere abile nel superare gli ostacoli immunitari creati dai vaccini. Il rischio è che la variante degeneri in una forma più grave è per ora soltanto un’ipotesi. La diffusione in Europa e nel mondo La nuova sotto-variante, chiamata ancheXXB, si è rapidamente diffusa. Nel nostro Paese, il 27 dicembre la nuova variante costituiva l’1,82%dei casi; in Francia l’1,22%; in Belgio il4,56%; in Germania il2,05%; in Spagna il2,61%e nel Regno Unito il5,44%. I dati, disponibili sul sitoOurWorld in Data, segnalano anche la diffusione inAustralia(3,33%), inCanada(1,93%) e negliStati Uniti(13,42%). Gli aeroporti italiani sono in allerta Il virus indubbiamente circola, e tra le misure adottate per il contenimento della variante ci sono i controlli aeroportuali, con particolare attenzione ai voli provenienti dalla Cina. «Sarebbero necessari controlli non soltanto sui voli diretti in arrivo dalla Cina, ma anche su quelli indiretti» specifica il genetistaMassimo Zollo. E prosegue: «È necessaria un’azione più attiva per la diffusione dei farmaci antivirali econtinuare a fare ricerca sulle variantiper capire che cosa potrebbe accadere da oggi a due mesi». Il timore dunque sta tornando a far salire l’allarme globale: come si legge nelle conclusioni del penultimoreportdell’Iss – Istituto superiore di sanità – “nell’attuale scenario, in cui si nota una co-circolazione di varianti e numerosi sottolignaggi,è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali e internazionali e con le indicazioni ministeriali la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria”. La comunità scientifica è al lavoroper avere maggiori e più chiare risposte in merito, e, in caso di presenza di sintomi, sono consigliati attenzione e automonitoraggio, sempre però evitando allarmismi non necessari.