Nell’Italia dei no (quella che boccia la carne coltivata, ChatGpt, i rave e gli anglicismi) arriva sotto forma di multa un’altra secca risposta che sembra indirizzata direttamente aUltima Generazionee agli attivisti più radicali delclima. Nella bozza del Ddl (già definito“anti vandali”), il Governo Meloni fa sapere che sarannopreviste multe da 20.000 a 60.000 euro, oltre a sanzioni penali, per tutti coloro che deteriorano, distruggono o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali”. In sostanza, chilancia vernice, si attacca a basamenti di opere d’arte, oppure imbratta oscarica carbone vegetale nelle fontaneo compie altri gesti (come quelli diUltima Generazione,il cui obiettivo èrichiamare l’attenzione sul collasso climatico)si prepari a multe e sanzioni amministrative più severe, per esempio fra i 10.000 e i 40.000 euro per chi “deturpa o imbratta” beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”. I proventi delle multesaranno destinati al Ministero dei Beni Culturaliin modo che i soldi possano essere impiegati per“il ripristino dei beni”si legge nella bozza, dove viene specificato che sarà possibile notificare il verbale della multa “entro 120 giorni dal giorno in cui il fatto è commesso” e che è previsto il pagamento della stessa in misura ridotta se viene pagata entro 30 giorni dalla notifica (ma solo per una volta in 5 anni). Vista la lunga serie di azioni degli attivisti per il clima (dalla vernice in piazza Duomo a Milano o alla Scala, dai blitz di Firenze sino alla Barcaccia a Roma),l’aumento delle sanzionipenali sembra disegnato ad hoc perscoraggiare nuove e future gestadi coloro che, tramite imprese dal forte valore mediatico, provano arichiamare l’attenzione sulla crisi del clima. Dopo l’annuncio del Ddl, diversi partiti di opposizione hanno protestato ed espresso dubbi: dal verde Angelo Bonelli,che parla di “Governoforcaiolo”e propaganda al Pd per cui, comescrive la vicepresidente della Camera Anna Ascani, “per il governo Meloni la soluzione universale – dai rave agli scafisti, fino agli attivisti che imbrattano i monumenti – è introdurre nuovi reati”. Misure simili (anche se soprattutto legate a pene detentive) erano state introdotte lascorsa estate nelRegno Unito,aumentando multe e peneper chi deturpa monumenti pubblici;oppure Germania, dove sono state vietate proteste dopo alcune azioni degli attivisti, mentre in Francia dopo alcune manifestazioni di vario genere sono state inflitte pene e sanzioni. A differenza dell’Italia,però, nella maggior parte degli altri Paesi si è anche instaurato parallelamente undialogo fra i vertici del Governoe chi, preoccupato per la questione climatica, porta avanti blitz e iniziative di protesta.
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