Usa: gli attivisti che lottano per censurare i libri

Sono in aumento e sono sempre più estese e radicate sul territorio. Si presentano comeorganizzazioni a difesa dei diritti dei genitori. Negli ultimi 2 anni negli Usa, si sta assistendo al proliferare di gruppi di attivisti che promuovono a livello più o meno locale la censura di determinati libri nelle biblioteche scolastiche. In occasione della Banned Books Week, l’American Library Associationha pubblicato un rapporto sul fenomeno, che nel tempo sta assumendo proporzioni preoccupanti: nel 2022, sono stati1.651 i titoli presi di mira dagli attivisti. Non si tratta più dunque di casi isolati, di polveroni sollevati da singoli genitori e famiglie, ma a reti sempre più organizzate e coese. Sono27 le denuncecitate nel report dell’associazione e rivolti alla poliziacontro il personale della bibliotecain merito ai volumi presenti sugli scaffali. Secondo un’altra indagine condotta daPen America, un’associazione no-profit che sostiene la libertà di espressione attraverso la scrittura, a livello federale, in oltre 5000 scuole sono stati vietati libri agli studenti. I contenuti a cui i gruppi si oppongono vengono descritti come sensibili, inappropriati o pornografici. Sono perlopiùlibri che affrontano tematiche legate ai diritti Lgbtq+, alla teoria del gender e al razzismo verso gli afroamericani. Tra le opere al vaglio dei censori, compaiono anche alcuni grandi classici, tra cui Kurt Vonnegut, con“Mattatoio n. 5”, Paulo Coelho con “L’Alchimista“, George Orwell con“1984”e poi Haruki Murakami, J.D. Salinger, Carmen Maria Machado. Altri testi messi sotto accusa sono “The Bluest Eye” di Toni Morrison, “The Handmaid’s Tale” di Margaret Atwood e diversi romanzi per giovani adulti con personaggi Lgbtq+, come “More Happy Than Not” di Adam Silvera. Ma anche “Out of Darkness” di Ashley Hope Pérez, vietato in 24 distretti, “All Boys Aren’t Blue” di George M Johnson bandito in 29 distretti e“Gender Queer – A Memoir”, che detiene, suo malgrado, l’infelice primato divolume più bandito dello scorso anno. Ipolitici conservatoriin lizza per le elezioni hanno saputo cavalcare l’onda, assecondando le polemiche soprattutto inTexas, inGeorgiae nel Wisconsin e proprio in questi Stati sono sorti piuttosto rapidamente almeno50 gruppi di attivisti che si riuniscono su Facebook o di persona. Comitati, campagne di azione politica e vere e proprie battaglie scatenate contro singoli libri considerati fuorvianti o pericolosi per le nuove generazioni. È il caso di alcuni membri deiProud Boys, ungruppo di estrema destra.Secondo quanto riportato dalNew York Times, si sarebbero presentati a una riunione del consiglio scolastico in Illinois, che tra gli argomenti all’ordine del giorno riportava anche la fruizione dei volumi e dei testi della biblioteca scolastica e avrebbero interrotto una lezione distoria di drag queen in una scuola della California. LaFlorida Citizens Alliance, un gruppo di attivisti conservatori che può contare su una rete di 250.000 persone, si è mobilitata per far approvare un disegno di legge in Florida per richiedere ai distretti di raccogliere tutte le segnalazioni inviate sui libri considerati inadatti, inadeguati o devianti. A tal proposito, ha pubblicato persino una sua indagine nel 2021 dal titolo “Porn in Schools Report”, stilando una lista di testi che costituirebbero “materiale indecente e offensivo”. Tra i titoli spicca anche “And Tango Makes Three”, su due pinguini maschi che adottano un cucciolo di pinguino. Il Texas si aggiudica in generale il primo gradino del podio per divieti e censure di libri. A Tyler, la più grande cittadina nella Contea di Smith, il romanzo di Jonathan Evison “Lawn Boy” è stato bandito dopo le proteste mosse dai genitori contro le descrizioni esplicite di rapporti sessuali presenti nel libro e lo hanno incluso in un elenco di 120 “libri discutibili”. Ovviamente tali decisioni hanno generato anche reazioni sconcertate. Dopo cheil legislatore texano Matt Krause ha chiesto che le biblioteche scolastiche dello Stato prendessero in considerazione850 libri da rimuovere, un gruppo di bibliotecari ha creato un’ampia campagna online per contrastare i divieti, tempestando i politici statali di tweet ed email sulla questione.